sabato, dicembre 31, 2005

Beh auguri!!!!



Prima che la rete si intasi e che i cellulari non mandino più sms..AUGURI!!!!!!
Per me vorrei un 2006 bello, emozionante, stravolgente di persone e di eventi come il 2005...anche per tutti quelli che sono stati e sono i momenti difficili e innervosenti. Mi è piaciuto tutto.
Sono una persona fortunata (matta forse) e che il cielo mi cada pure sulla testa ;-)) Grazie!

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. (Neruda)


PS per i pani dovrete aspettare....mi conservo la goduria per il nuovo anno!

Uffi Capodanno...salmoni e amenità!



Premessa: il Capodanno è una festa a me indifferente...mi fa lo stesso effetto di San Valentino: nulla! Il Natale mi dà una gioia e un'energia che mi dira mesi, sogno invece il Capodanno con Hikmet, Bronte o Austen, un bicchiere di porto o di Banyuls (purtroppo mio padre non molla la bottiglia), il concerto per clarinetto K622 e nessun altro!
Facile a dirsi difficile a realizzarsi...forse quest'anno ci riesco! ;-))...a meno che una blogger che mi è molto cara non passi da queste parti....
Comunque visto che bisogna mangiare e che ho una Falaghina del 2004 in balcone a prendere il fresco (non sono munita di cantina...prima che qualcuno faccia osservazioni)...un salmone marinato similsvedese va benissimo!
Iniziate la sera del 30 altrimenti nisba! e' comunque perfetto per il pranzo del primo giorno dell'anno.

500 gr di filetto di salmone
4 cucchiai di sale grosso
1 cucchiaio di sale rosa
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di aneto
1 cucchiaino di pepe rosa macinato

Salsa al prezzemolo:
4 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
2 cucchiai di capperi
olio extravergine toscano (Cortevecchia)
sale
pepe

Salsa alla senape:
1 cucchiaio di senape al calvados (Malle)
3 cucchiai di olio extravergine
1/2 cucchiaino di aceto balsamico extra-aged

Fatevi sfilettare dal pescivendolo mezzo chilo di salmone con la pelle. Asciugatelo e togliete tutte le lische con una pinzetta.
Mescolate i sali con lo zucchero e le erbe. In un contenitore di vetro distribuite metà della miscela, sistematevi sopra il salmone dalla parte della pelle e coprite con il resto del sale. Chiudete con un coperchio o con della pellicola e mettete al fresco per almeno 15/20 ore.
Il sale e lo zucchero serviranno a disidratare il salmone che infatti cambierà colore diventando più scuro e perderà parte della sua acqua.
Nel frattempo preparte le due salse mettendo gli ingredienti nel blender e frullando fino a ottenere un'emulsione morbida.
Prendete il salmone, sciacquatelo brevemente in modo da togliere tutto il sale, asciugatelo con carta da cucina e affettatelo sottile nel senso della venatura.
Servitelo con le salse a parte....i pani con cui accompagnarlo sono in fieri così come il mio saluto al 2005 ;-))

giovedì, dicembre 29, 2005

La pittura in cucina



Ho un carattere terribile e altrettanto terribile è per chiunque farmi regali e soprattutto regalarmi libri. Tanto che da quando ho 15 anni fornisco a famiglia e amici una lista dettagliata dei libri che vorrei leggere...le ore trascorse in Fnac e Feltrinelli con blocchetto in mano a prendere appunti danno i loro frutti.
Questo libro è nato invece da un'iniziativa assolutamente personale ed è un regalo perfetto che coniuga cibo e arte in un'edizione deliziosa come solo Sellerio sa fare (anche se presbiti e astigmatici potranno avere qualche problemino).

Questo piccolo saggio è il risultato degli sforzi di uno storico dell'arte (Luca Mariani), di una chef (Agata Parisella) e di una giornalista di culinaria (Giovanna Trapani) che hanno deciso di fare di ciascuna delle trentasette nature morte selezionate un'esperienza che coinvolge tutti i sensi: immagine, suono delle parole, parafrasi dell'opera e ricetta. Soggetti d'arte desueti e poco apprezzati le nature morte hanno il bello di voler evidenziare quasi in modo metafisico la vitalità in oggetti in apparenza inanimati.
Le opere sono soprattutto italiane e fiamminghe del periodo di maggiore diffusione delle nature morte ovvero gli anni a cavallo tra Seicento e Settecento. Le ricette non sono antiche o contemporanee alle opere ma visioni attuali di una grande cuoca.

mercoledì, dicembre 28, 2005

Il carpaccio di polpo e la pressa



Prima di Natale o di ogni cena importante programmo i piatti che cucinerò...ma solo nella mia testa. Mi guardo bene da fare le prove nelle settimane precedenti, vado in scena senza rete ;-). E quest'anno ne ho combinata una delle mie: mi sono presentata a casa dei miei con un polpo da un chilo e mezzo da fare in carpaccio...mai fatto prima!
Pensavo sarebbe stato il falliemnto di Natale e invece si è rivelato diuna semplicità assurda.

La ricetta del carpaccio la devo al forum di Coquinaria...le salse sono un assemblaggio di tutto quello che girava in cucina in quel momento.

un polpo pulito da almeno un chilo
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 foglia di alloro
olio extra vergine fruttato Giuseppe Fois di Alghero
due cucchiai di prezzemolo tritato
succo di un lime
buccia di un mandarino
sale rosa
pepe rosa
una bottiglia di plastica vuota

Sciacquare il polpo e metterlo in acqua fredda con carota, cipolla, sedano e alloro. Portare a bollore e cuocere per almeno 40 minuti (fate la prova forchetta...se penetra nei tentacoli allora è cotto). Il polpo non deve essere stracotto. Nel frattempo avrete provveduto a tagliare il collo della bottiglia di plastica e a bucherellarne il fondo. Tagliate il polpo a pezzi e mettetelo nella bottiglia ancora caldo senza lasciare spazi vuoti. Pressate bene e ponete sopra un coperchio o un pezzo di cartone ricoperto di stagnola e sopra un peso. Sotto la bottiglia mettete un piatto in modo che il liquido del polpo coli.
La mia pressa ha meritato una foto...



Lasciatelo così fino quando non si sarà raffrfeddato poi mettetelo in frigo (o in balcone a seconda della stagione) sempre sotto un peso per almeno 24 ore.
Tagliate via il fondo della bottiglia e spingendo dal fondo affettate il polpo molto sottile, meglio con l'affettatrice. Disponetelo su un piatto di portata coperto da una salsa fatta miscelando bene olio, lime, sale, prezzemolo e pepe. La buccia del mandarino tagliata a julienne è un'aggiunta interessante e si sposa benissimo con l'olio fruttato sardo, ricordo dell'ultima vacanza estiva (;-) lorenzo). Il polpo conservato nella bottiglia si può anche congelare.

lunedì, dicembre 26, 2005

Un Natale da urlo e il tonno in crosta!



Tre giorni di gioia, risate, nipotino e cucina a go go. Amo il Natale in modo viscerale, mi piace stare in cucina a chiacchierare con la mia mamma mentre quella bestiola del mio nipotino dice "ia, fa pizza"...per lui qualsiasi impasto è pizza ;-). Pur non vivendo lontano purtroppo non ho moltissimo tempo da dedicare loro o meglio non quanto meriterebbero e quindi mi sfogo in queste occasioni.
Per il resto devo smaltire una quantità di alcol (macrobiotica ma non astemia) e riportare il cuore a dimensioni normali visto che è stracolmo...questo mi sa che me lo tengo così ancora per un po'...anzi grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri, mandato messaggi e reso questi giorni ancora più esaltanti!

Beh in cucina salmoni, tonni e polpi se la sono battuta con lo stinco e i paté per uscirne ad armi pari (poi non vi racconto che qualcosa di formaggiosamente tradizionale ho dovuto cucinarlo...ma non mangiarlo ;-)).

Inizio con un tonno in crosta la cui ricetta è di Sandler e la devo a una carissima amica...un paio di variazioni le ho fatte ovviamente: il risultato per me è stato da triplo carpiato o meglio mio padre era deliziato e mio fratello (noto criticone) ha spazzolato tutto.

800 gr di filetto di tonno (meglio ancora il cuore di filetto)
4 fette di pancarré lungo
400 gr di spinaci o erbette
50 gr uvetta
50 gr di pinoli
1 cucchiaio di tofu seta
sale rosa
pepe bianco

Asciugate il tonno, tagliatelo a fette alte due dita e rosolatelo velocemente in una padella calda e appena unta. Mettetelo da parte.
Sbollentate le erbette in acqua bollente salata, strizzatele bene e mettetele in un frullatore con il tofu, un filo d'olio, l'uvetta ammolllata in acqua calda e i pinoli. Riducete il tutto a crema e infine salate e pepate.
Passate il pancarré nella macchinetta per la pasta o con il mattarello in modo da assottigliarlo e allungarlo. Spalmate ogni fetta con la crema di erbette e avvolgeteci il tonno. Dorate questi involtini in una padella unta e poi metteteli in forno per 10 minuti a 170°. L'interno deve essere crudo e la temperatura tiepida.
La ricetta originale prevedeva un uovo come legante sostituito con il tofu e la borraggine...beh quella proprio non l'ho trovata.

PS ora vado a giocare con il mio nuovo mp3 da 20 giga....hihihi tutto il patrimonio in musica da camera paterno sta per essere mio!!!! ;-)) mi ci vorranno tutte le vacanze di Natale.

venerdì, dicembre 23, 2005

Uso non cuciniero di food blog

Visto che la mail di Paolo Marchi non funziona lo faccio qui:

GRAZIE

Perchè? perchè ha messo sulla newsletter di Identità Golose la ricetta dello zelten della mia mamma con tanto di foto. Lei sta gongolando, io son contenta e Marchi farà lo zelten per il suo nonnino! Un inaspettato regalo di Natale!

Lo zelten è un elemento base del Natale trentino, ogni famiglia ha la sua ricetta (più omeno alto, con i canditi, con la farina integrale etc)...quello di casa Petula è buonissimo ;-))
Io non lo mangio più da quando mi tocca farlo visto che la mia mamma lo regala a parenti e amici e ogni anno ne sforna dai 30 ai 35 a seconda delle richieste. Sembra di stare in pasticceria con tanto di folletti (mio padre) che rompono noci e tagliano fichi...
Comunque visto che è lei l'artefice dello zelten e la mia vera maestra di cucina...grazie mamma Claudia! Se solo riuscissi a fotografarla, ma si rifiuta e non è facile fregarla....

Beh ecco lo zelten in tutto il suo splendore e UN BUON NATALE (non macrobiotico) A TUTTI

giovedì, dicembre 22, 2005

Zuppa verde con tekka.



Torniamo alla normalità! e quindi un po' di sana cucina macrobiotica ;-)) prima della mia tre giorni ai ceppi materni.
Intanto se volete godervi qualche anticipazione della mia tre giorni nataliazia potete comunque andare su PepeRosso...Sono una Pepe'SAngels (loro però erano tre...noi cinque)

Il freddo imperante nel mio ufficio e la risposta dei tecnici (sigh) ha imposto questa zuppa super riscaldante e anche un po' svuota-frigo a base di cavolo nero, piselli e tekka.
La tekka è un condimento a base di miso e radici fantastico sul riso e sui cereali integrali in genere, ma è ottimo anche nelle zuppe e sul tofu...ha un profumo che dovrebbero distillare. Ha un effetto energizzante e riscaldante. Va usata in dosi omeopatiche perrchè tende a sovrastare tutti gli altri sapori. La si trova nei negozi di alimenti biologici o di alimenti giapponesi.

250 gr di piselli surgelati
5 foglie di cavolo nero
400 gr di acqua
1 cucchiaio di dado vegetale (meglio fatto in casa)
1 cipolla
2 cucchiai d'olio extravergine
1 cucchiaino raso di tekka

Tagliate a velo la cipolla e fatela soffriggere nell'olio fino a quando non è diventata trasparente. Aggiungete i piselli, il cavolo nero lavato e tagliato a listarelle e fate cuocere a fiamma vivace per 5 minuti. a questo punto aggiungete l'acqua, il dado e fate cuocere fino a quando le verdure non saranno morbire. Passate il tutto al passaverdure e servire con una spolverata di tekka.

mercoledì, dicembre 21, 2005

A piedi nudi nel parco

Non è cucina lo so (dopo)...Milano è una città che non amo molto, ma se esci da casa con un freddo polare, la testa fra le nuvole e trovi questo



è pura magia.
Un paio di scarpe quasi nuove perfettamente allineate in un angolo del parco. I lacci abbandonati.
Un angelo è volato via oppure qualcuno ha deciso di sentire il rumore dell'erba in una notte di dicembre.



e questo comincia a girar per i pensieri:

Nuovi piedi percorrono il giardino,
nuove dita smuovono la zolla -
un trovatore sopra l'olmo
tradisce la solitudine.
E.Dickinson

martedì, dicembre 20, 2005

La zuppa di miso



Sarà che in ufficio sono al freddo da ieri e a Milano siamo a -3° ma ecco un grandissimo classico della cucina giapponese e macrobiotica! e finora non ne avevo mai scritto...orpo che magra ;-)
La zuppa di miso è il cibo "casa" per ogni giapponese, ogni mamma la prepara in modo diverso e, come noi ci ricordiamo la pasta al forno o il minestrone della nostra infanzia, loro si ricordano la zuppa di miso. Il miso nasce dalla fermentazione della soia gialla con sale marino in grandi mastelli a cui viene aggiunto spesso un cereale (riso od orzo). il miso si presenta come una pasta e può essere o di sola soia (Hacho miso) o di orzo (Mugi miso), o di riso (Kome miso) o riso e orzo (Genmai miso). In tutti i casi il consiglio è di prendere un miso non pastorizzato im modo da avere la maggior quantità di enzimi vitali possibile.
Questa è la versione base che può essere variata a seconda della stagione o dell'estro.
La dose è per una persona:

1 tazza di acqua
1 cucchiaino di miso non pastorizzato
1 pezzo di alga wakame (2 cm)
1 pezzetto di zenzero
1 cipollina o un porro piccolo

Tagliuzzare l'alga a pezzettini piccoli e metterla a bagno nell'acqua fredda per 10 minuti. Affettate la cipollina (compresa la parte verde) e grattuggiate lo zenzero. Accendete il fuoco e portate lentamente a ebollizione l'acqua con l'alga e la cipollina affettata. A parte grattuggiate lo zenzero e strizzatelo con l'aiuto di un telo di cotone in modo da ottenerne solo il succo. Quando vedete che l'acqua inizia a bollire spegnete il fuoco e aggiungete il miso che avrete sciolto in un pochino di acqua calda. Lasciate riposare coperto per 5 minuti e prima di servire aggiungete un cucchiaino di succo di zenzero.

Attenzione: la zuppa di miso non va mai bollita altrimenti gli enzimi muoiono. Lasciatele sobbollire appena se volete tenerla calda.
Non può essere nè preparata ore prima nè congelata.

Macroconsigli

La zuppa di miso è la miglior cura per combattere gli effetti dell'inquinamento e per riequilibrare le energie negative della giornata (oltre che del cibo magari non salutare del bar). Energie yin e yang in perfetto equilibrio (fermentazione dei semi di soia lunga e sotto un enorme peso), milioni di enzimi utili in caso di problemi intestinali o di abbassamento delle difese immunitarie, buona quantità di proteine nobili, vitamine del gruppo B e sali minerali fanno del miso un alimento che andrebbe introdotto nell'alimentazione quotidiana sotto forma di zuppa o di condimento. Inoltre riscalda, aiuta a depurare il fegato e migliora lo stato di pelle e capelli.Se non avete la possibilità o la voglia di farvi la zuppa tutti i giorni potete ricorrere anche ai preparati che si trovano ormai in molti negozi o di alimenti naturali o etnici.

domenica, dicembre 18, 2005

The Christmas CookBook

In un momento di delirio mi ci sono iscritta anch'io.....è il The Blogger's Christmas cookbook di Macchianera nato secondo me dal desiderio del Neri di avere una serie di ricette originali da rifililare ad amici e parenti sotto le Feste.
A me piace il Natale in un modo quasi imbarazzante, addobbo casa, faccio con le mie manine i regali per gli amici (quasi sempre è cibo ;-)), canto canzoncine idiote e partecipo a tutte le cene e pranzi natalizi che mi capitano a tiro, ad esclusione di quelli aziendali....non arrivo al punto di mettere renne luminose sul balcone, ma ci sto pensando seriamente. Ho passato solo un Natale nella mia vita lontano da tutto questo delirio e mi ha insegnato di quanto ami questo periodo anche se non mi considero né cristiana (se non per cultura) né tantomeno cattolica....quello che mi piace è l'atmosfera e il fatto che per me è solo un motivo in più per aver cura e coccolare le persone che amo.

Non so se vi racconterò cosa vuol dire a livello alimentare essere macrobiotici in una famiglia per metà padana e per metà trentina...;-))

Questo piatto è adattissimo a una Vigilia di magro o un 26 dicembre di recupero.

E' una combinazione di una serie di idee:
una purea di piselli di Sigrid con il wasabi
una ricetta di Allan Bay
la passione per il tempeh
la lunga lezione sui tortellini e sfoglia bolognese di qualche mese fa

strani pensieri notturni



Vellutata di piselli con ravioli ai due ripieni

200 gr di piselli secchi
1 pezzetto di alga kombu
200 gr di farina 0
150 gr di tempeh
150 gr di cavolo nero
150 gr di radicchio precoce
2 cipolline
acqua qb
sale
1 cucchiaino di wasabi in pasta

Mettere a bagno i piselli secchi per una notte, poi cuocerli in acqua e 1 cucchiaino di dado vegetale. Una volta che sono morbidi aggiungete il wasabi, fateli raffreddare e poi frullateli in un blender fino a ottenere una vellutata.
Impastate farina 0 e acqua tiepida fino a ottenere una pasta non troppo morbida. Lasciatela riposare coperta per una notte.
Precuocete il tempeh in una soluzione di metà acqua e metà shoyu per almeno 30 minuti, poi scolatelo e tgliatelo a pezzetti.
Affettate sottile i cipollotti, le foglie di cavolo nero e il radicchio.
In una pentola fate stufare metà dei cipollotti, metà del tempeh con il cavolo nero poi frullare fino a ottenere un impasto abbastanza sodo. Fate lo stesso con il radicchio e il resto degli ingredienti.
A questo punto riprendete la pasta, lavoratela per 5 minuti e con la macchinetta stendete delle sfoglie sottile.


Tagliate dei quadrati, ponente sopra una noce di ripieno, chiudete a triangolo (o come più vi aggrada) premendo bene sui bordi. A seconda della dimensione dei quadrati vi verranno dai venti ai cinquanta ravioli che potranno essere congelati o conservati per un paio di giorni in frigo.


Scaldate la vellutata e cuocete i ravioli al vapore o in acqua bollente e salata. Impiattate con la vellutata a specchio e tre/quattro ravioli a persona.


e questa per dimostrare che è veramente un lavoro della cuoca petulante....segni particolari???


Link
Tocco di zenzero
Sigrid
Lilli
Ivano

venerdì, dicembre 16, 2005

Dulcis in fundo: le donne!

...le blogger sono fenomenali: si sono presentate tutte (o quasi) munite di digitale e si sono riconosciute a naso senza cartellini o simili: sono stata accolta da Elisa e Gourmet con un "sei la cuoca petulante!!!!!" senza che ancora avessi aperto bocca ;)) vale aprire un blog per conoscere persone così! e non tolgo nulla ai maschietti che però avevano bisogno delle indicazioni!!!
e quindi eccole:


Sandra alias Tocco di zenzero (nei post in giro anche tocco di gran bella ragazza): un accento torinese che mi ha aperto il cuore, una vitalità irrefrenabile e una passione in comune dipinta sul corpo...e poi mi ha conquistato definitivamente mettendomi davanti un sacchetto gigante dei tourinot di Gobino, il vero maestro del cioccolato e lì per fortuna non mi hanno fotografato perché credo di essermene divorata una quindicina alla faccia della macrobiotica ;-))


Elisa alias la curiosa, un vero peperino e un fiume di informazioni, una gioia ascoltarla e "stranamente" per nulla acida. Ha notato prima degli uomini le bellezze di Sandra (scusami!!!) e ha fatto alla sottoscritta foto ricattatorie....dove le hai cacciate???
Per altro come due folletti abbiamo impazzato in cucina, in sala e poi per tutta la serata.


Sigrid alias cavoletto come una star è arrivata per ultima e in un ritardo improponibile. Bella, alta, con odiosi tacchi, finta timida (;-)) e così magra che io paio grassa al confronto. Non so che dire...per me la prova che esistono affinità elettive!


Mara alias la frattaglia, un viso da poster e una vitalità irrefrenabile. Sono stata sgridata perché non lascio commenti al suo blog: rimango così incantata dai suoi racconti che non riesco a pensare a frasi intelligenti! La sua matriciana con cipolla (:-PP a quelli che non la mettono) doveva essere irresistibile visto che nonostante un tour de force alimentare degno di Stallone è stata spazzolata alla velocità della luce...io sugo con i broccoli!


Lilli alias lettrice alias Linjat kitchen, parte della colonna piemontese...tutte le blogger sono così magre che si stenta a credere che cucinino ;-)) se poi lei ti parla della pasta fatta con 40 tuorli d'uovo quasi ti senti male!


Giovanna alias La piccola cuoca, parla quasi quanto me e mi ha minacciato botte in testa per la mia macrobiotica, ma quanto mi sono divertita ad ascoltarla (non che questo mi faccia cambiare idea -)) e poi quale ospitalità! grazie anche a Sigrid per la foto!

Solo queste...beh c'era una presenza maschile imbarazzante e alcune mi son proprio sfuggite (o son loro a essere fuggite?)!!!! Scusate! e ora basta...torniamo alle ricette che sono giorni che non cucino un piffero!

Il cibo e gli extra!!!

Come un sorbetto intervalla i piatti forti di una cena, il menu del PepeRaduno.
Un applauso a scena aperta e per chi dice che siamo troppo referenziali e reverenziali: non sa cosa si è perso!
Quasi macrobiotico e soprattutto perfetto!
Ecco la mia personale e "petulante" classifica


Tartare di tonno, fragoline di bosco e basilico (rimirate il porta coni...) fragole& tonno da delirio!


Zuppa di cavolfiore e patate al vapore (faccio bene a non bollire nulla!!!), uova di salmone balik e olio alla vaniglia...io due dosi!!!


Pesce spada con sautè di carciofi...mi sono state risparmiate le animelle fritte (grazie del pensiero, nicola!!!)...di solito lo spada mi urta i nervi!


Risotto alla zucca, spuma di mascarpone e polvere di caffe assaggiato il primo molto poco macro ;-)) per verificare che si usasse un mio grande amore: il carnaroli sebben veneto,


Mousse di ricotta con giochi di cioccolato...si vede che ho assaggiato il cioccolato???

Gli ultimi due solo immaginati...i latticini mi odiano da anni!!


Questo farebbe impazzire tutta la mia formaggiosissima famiglia "il bagoss" di dieci chili trasportati in valigia diplomatica dal tenore della giornata!


I grissini e il pane di Nicola...in dosi non omeopatiche! e questo scatena uno dei dilemmi della mia vita milanese "perché qui il pane nei ristoranti (ape esclusa ovvio) è così schifoso?" grazie Sigrid per le foto...al nostro tavolo è sparito prima che potessi metterlo a fuoco.


L'extra è questo...un piatto di ostriche che ti facevano l'occhiolino! Nicola con queste ha provato a scrostarci dal ristorante: erano le 19! per una merenda così posso uccidere!


e dulcis in fondo gli amati doni...gli speculos e le marmellate di Sigrid, lo zenzero e i datteri di Sandra (ormai ci sono solo i noccioli) e il riso di Nicola con il quale farò impazzire il mio papà a Natale: da novarese sostiene che il carnaroli buono è solo quello che si coltiva dalle nostre parti (!).

martedì, dicembre 13, 2005

Fra meno di 45 minuti mi avvierò a prendere il 2 e spostarmi in via Ludovico il Moro (spero solo di scendere alla fermata giusta...) all'Ape Piera dove avrà luogo



Saremo in tanti, food blogger e non, da Cavoletto a Tocco di zenzero da Tirebouchon a Pianogrillo e ovvio il padrone di casa e real food bloggers aggregator Pepe Rosso! Ma tanti tanti...!!!!!
La gioia di veder virtuale diventar reale perdura nella convinzione che la rete sia un luogo meraviglioso in cui l'"economia del dono" funziona sul serio ;-))
Chiacchiere, cibo (buono buono...grazie Nicola!) e vino a fiumi....come ne uscirà una macrobiotica nonché cuoca petulante??? Di sicuro felice e ubriaca (macrobiotica, non astemia ;-)) Domani vi racconterò!

lunedì, dicembre 12, 2005

Le puntarelle



Di rado in inverno mangio qualcosa di crudo: le insalate mi piacciono poco (sarà all'allergia ai bar milanesi ;-)) e l'eccesso di yin e freddo lo riservo ai sushi e ai crudi d'autore di certi ristoranti.
Le puntarelle sono però una passione smodata che fino a qualche anno fa dovevo limitare alle mie discese lavorative nella zona laziale (come per altro la cicoria ripassata e i pomodori al riso: buoni e straunti, slurp)...sabato però il verduriere, chiamandole friarielli, me le ha messe sotto il naso e non mi sono trattenuta.
Scoprirò anche come sono da cotte, ma questa volta mi sono limitata a seguire la ricetta di un amico romano.
Il nome esatto è catalogna spigata e si presenta all'esterno come la catalogna normale, ma tolte le prime foglie si scoprono all'esterno tante spighe cicciotte.
La rottura vera sta nella pulizia e nel taglio.
Le spighe vanno staccate una a una, lavate e tagliate dal fondo fino a quando non si vedra un buco all'interno; vanno poi tagliate a lamelle sottili per il lungo e messe in acqua ghiacciata per 30 minuti almeno. Questo farà arricciare le puntarelle e toglierà loro il sapore amarognolo.

1 catalogna spigata
2 acciughe sotto sale
1/2 spicchio d'aglio
3 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di olio
pepe

Asciugate per bene le puntarelle e mettetele in una grande insalatiera. La ricetta originale dice di pestare in un mortaio l'aglio e le acciughe fino a ottenerne una pasta marbida, aggiungere l'aceto balsamico, l'olio a filo e una macinata di pepe fresco. Io invece ho dato una nota macrobiotica al piatto aggiungendo un'energia yang con la cottura del condimento: cuocete l'aglio in forno con la buccia fino a quando non sia ridotto in purè (basterà spremere la buccia ;-)); a parte scaldate a fuoco bassisimo in un pentolino l'olio con le acciughe fino a quando non si siano disfatte e poi aggiungete l'aglio ridotto in purè, l'aceto balsamico e il pepe. Togliete da fuoco, condite le puntarelle e lasciatele a insaporire per almeno due ore. C'è chi le piazza in frigo...a me venivano i brividi solo a pensarci ;-))

venerdì, dicembre 09, 2005

Tempeh fritto e mujadara



A Milano è vacanza da due giorni (anche la mia rete se ne era andata in vacanza da dire il vero :-()e per quanto non impazzisca per questa città puzzolente e fracassona con tanti lati positivi però... come l'hammam in cui mi sono infilata nel pomeriggio per regalarmi un paio d'ore di vapore e coccole ;-))
Mi piace quando la città è silenziosa, dal mio angolo di cortile si vede un angolo di cielo blu e soprattutto quando posso pigrare, leggere e cucinare con la prospettiva di altri quattro giorni così!
Per il resto via a tutto quello che potrà diventare regalo o pranzo di Natale e che non ho ancora fatto!
Questo la vedo difficile darlo da mangiare ai miei carnivori e formaggiosi parenti, ma andrà bene per il pre o dopo-scofanamento. La ricetta della mujadara "personalizzata" la devo ad un'amica (grazie N.)!

1 confezione di tempeh
3 cucchiai di farina di mais
1 cucchiaio di lievito di birra in scaglie
200 gr di lenticchie piccole o rosse decorticate
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 cm di alga kombu
2 cipolle medie
1/2 tazz adi riso integrale
5 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaino di cumino in polvere
150 gr di cavolo verza tagliato fine
sale

Precuocete il tempeh. Fatelo raffreddare e tagliatelo a cubi o a fette non troppo sottili.
Lavate le lenticchie e mettetele a cuocere con l'alga kombu. Quando le lenticchie sono al dente , aggiungete una tazza di acqua calda, il cumino e il riso e fate cuocere. per bene. Nel frattempo affettate le cipolle e fatele rosolare in un cucchiaio d'olio. Aggiungetele al riso e lenticchie, salate e passate il tutto al frullatore. Dovete ottenere una crema densa e profumata.
Mescolate la farina di mais, il lievito, un pizzico di sale e il prezzemolo tritate; passate le fette di tempeh in questa mistura e friggetele in olio profondo.
Accomapgnate il tempeh caldocon la mujadara appena tiepida e allargata su un piatto grande (lo strato deve essere abbastanza sottile) e cosparsa con la verza, condita con olio e limone.

Macroconsiglio
Il lievito di birra in scaglie si trova in tutti i negozi di biologico. E' non solo un'ottima fonte di vitamina B ma soprattutto aiuta a dare un sapore vagamente formaggioso a molti cibi...non per niente è chiamato il formaggio dei vegani. Non potete far passare una pasta in bianco condito con il lievito con una pasta con il pecorino, ma aggiunto ai polpettoni o ai patè è un insaporitore molto versatile.

lunedì, dicembre 05, 2005

BBM3 - A casa per le Feste...



Il Blogging By Mail numero 3, ovvero lo scambio di doni via posta fra food-blogger, questa volta doveva avere come argomento "a casa per le vacanze".
Cathy di Little Kitchen ispirata da una foto di famiglia durante il Giorno del Ringraziamento ha chiesto a tutti i partecipanti di scegliere cibi che riguardassero le loro feste tradizionali e di allegare spiegazioni e ricette tipiche delle proprie famiglie.
Io ho spedito panettone, peperoni sott'olio (il mio regalo per natale da più di dieci anni ;-)), dolcetti vari, decorazioni homemade e racconti natalizi a Eva, una ragazza svedese che vive in Belgio e venerdì è sbarcato sulla mia scrivania il meraviglioso e profumatissimo pacco di Michey da Amsterdam.

Ho così scoperto che in Olanda la festa più attesa dai bambini è quella di San Nicola il 6 dicembre e io ho avuto in dono tutto quello che è necessario per festeggiarlo degnamente (e qualcosa in più) ;-))
I bambini la notte del 5 dicembre mettono vicino al camino o alla finestra dei doni per i cavalli di San Nicola (una carota o un dolcetto) e il giorno dopo trovano doni, ma soprattutto biscotti e l'iniziale del loro nome fatta di cioccolato. Un po' come da noi per Santa Lucia.

Stasera preparo il tutto.... infatti michey mi ha mandato: i dolcetti di marzapane a forma di carotine, i peppernokel, una specie di panpepato per la mattina del 6, tutto l'alfabeto di cioccolato fondente Droste, un San Nicola di cioccolato anche lui e il necessario per preparare gli Spekulass (credo che assomiglino agli speculos belgi). E poi ho già i doni ovvero un magnete che ricorda le classiche piastrelle di ceramica dipinte (chi ha visto letto "La ragazza con l'orecchino di perla" se ne ricorderà), le candele alla cannella e la mia passione la senape, questa è molto natalizia e aromatizzata alla cannella.
Per me è già Natale ;-)) Il BBM è un momento meraviglioso....

venerdì, dicembre 02, 2005

Involtini di alghe



Le polpettine di miglio mi piacciono, ma questi mi fanno sbarellare ;-))
Sono per me cibo buono da ufficio, leggeri, energetici perché pieni zeppi di sali minerali e vitamine, il problema che che devo limitarne il numero...se metto dieci involtini nella schiscetta, dieci me ne mangio e con le alghe meglio andarci calmi. Un pochino al giorno non una valanga in un giorno solo.
Io li faccio con la verza in inverno e con le foglie di iceberg in estate, ma ci si possono riempire zucchine, ....un consiglio però: questi sono solo di alghe e il loro sapore è decisamente forte, quindi all'inizio si può provare ad aumentare la dose di pane grattuggiato oppure metterci altre verdure. Le hijiki hanno un sapore molto pronunciato quindi non usatele da sole ma mescolate ad arame o dulse che sono molto più dolci.

1 pugno di hijiki
1 pugno di arame
1 pugno di dulse
foglie di verza o lattuga
2 porri
1 cucchiaio di pinoli
1/2 cucchiaio di sesamo tostato
2 cucchiai di aceto di riso o di mele
2 cucchiai di tamari
1 cucchiaio di olio di sesamo
4 cucchiai di pane grattuggiato o fiocchi d'avena
2 cucchiai di shoyu o tamari
1 cucchiaio di prezzemolo tritato

Mettete a bagno le alghe in acqua fredda per almeno 30 minuti, sciacquatele bene e mettetele in una pentola di acciaio con l'aceto di riso, la salsa di soia e acqua fino a coprire. Chiudete con un coperchio e fate cuocere fino ad assorbimento dei liquidi. Nel frattempo tagliate a listarelle sottili i porri, compresa la parte verde, e fateli stufare con l'olio di sesamo e un pizzico di sale. Scottate le foglie di verza o di lattuga per qualche secondo in acqua bollente e mettetele su uno strofinaccio ad asciugare.
In un blender mettete le alghe, i porri stufati, i pinoli, il prezzemolo e il pane grattuggiato e frullate fino a ottenere un composto sodo ma non asciutto. Ponete un cucchiaino di composto di alghe al centro della foglia di verza, spolverate di sesamo, chiudete a pacchetto e fermate con uno stecchino. Mettete gli involtini in una teglia e fate cuocere in forno a 180° per 10 minuti. Buone tiepide o fredde sia come secondo piatto sia come aperitivo. Si conservano

Macroconsiglio
Una vera botta di sali minerali e oligoelementi. Le alghe andrebbero mangiate in piccole quantità tutti i giorni o almeno tutte le settimane soprattutto se si seguono regimi alimentari vegani o macrobiotici.
Per ricordare:
hijiki, ricchissime in calcio (più di tutti i latticini), ottime per rinvigorire pelle e capelli e per abbassare il colesterolo
arame, ricche in iodio e calcio, utili per abbassare la pressione del sangue
dulse, ricchissime in ferro, iodio e proteine, utili per problemi gastro-intestinali e per rafforzare il sangue.

giovedì, dicembre 01, 2005

Torta di erbe amare e tofu



Questa è una via di mezzo fra la depurazione e il cibo veloce da ufficio (nel mio caso riunione con panini...). Tra l'altro mi era avanzato un bel po' di cavolo nero dopo la sfida con Sigrid e non avevo il tempo di fare una ribollita con tutti i crismi.
Le farine cotte al forno con olio, quindi pane, pizza e focaccia, andrebbero limitate in un periodo di cura perchè tendono a sovraffaticare fegato e intestino...meglio pane a pasta acida magari in zuppa. Non sempre è possibile o meglio non sempre a mezzogiorno è possibile: di solito i periodi di cura non durano più di due o tre mesi ;-))

300 gr di farina integrale
180 gr di acqua tiepida
5 gr di lievito di birra secco
4 cucchiai di olio extra vergine
200 gr di cavolo nero
200 gr di cime di rapa
150/200 gr di tofu
sale
noce moscata
1 cucchiaio di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio di aglio
1/2 peperoncino

Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida, unitelo alla farina, 2 cucchiai di olio e un piccizo di sale e impastate per una decina di minuti. Quando avrete una pasta morbida ed elastica, fate una palla e mettetela coperta da un panno umido in un luogo caldo a lievitare per un paio di ore (se il tempo è poco aumentate il lievito fino a 15 gr). Riprendete la pasta, rompete la lievitazione e con i 3/4 foderate una tortiera. Nel frattempo fate saltare per qualche minuto il cavolo nero e le cime di rapa con il resto dell'olio, lo spicchio di aglio e il peperoncino. Salate e unite il tofu sbriciolato con le mani. Saltate il tutto ancora per qualche minuto e unite uvetta, pinoli e una grattatina di noce moscata. Mettete il ripieno nella tortiera e chiudete con la pasta che avevate messo da parte. Fatte un buchino al centro o bucherelate con i rebbi della forchetta il coperchio di pasta in modo che l'umidità esca e cuocete per 20 minuti a 180°. Ottima anche fredda.

mercoledì, novembre 30, 2005

Ragù di seitan



Un classico della cucina vegan o macrobiotica e un tentativo di ricreare un grande classico della cucina italiana. Quando lo faccio per i "normali" seguo regole ferre ovvero buona carne e cottura lunghissima, nonostante una madre che fa un ragù ottimo in un'ora... e lo stesso faccio per quello di seitan. Ovvio che il sapore non è lo stesso ma la presenza di verdurine, odori e lunga cottura creano un sugo buonissimo. Si può fare sia in versione bianca sia in versione rossa.
Trovare un seitan buono e morbido è determinante, meglio preferire il pezzo unico (o farlo in casa) alle fettine che di solito sono simil suola da scarpe. Nella foto (scattata di sera e quindi non eccezionale) si vede come perseguo nella mania della pasta artigianale: me ne hanno regalato dei chili, ma appena ho cinque minuti liberi me la faccio da sola ;-))

Anche qui vale la regola che se il pomodoro è cotto così tanto perde gran parte dell'acidità e dell'eccesso di yin...questo consente anche ai macrobiotici un'ottima pasta al ragù ;-)

300 gr di seitan
2 carote
3 coste di sedano
1 cipolla grande
1 scatola di polpa di pomodoro

1 foglia di alloro
1/2 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di estratto di pomodoro (facoltativo)
4 cucchiai d'olio extra vergine

Pulite e tritate carote, cipolla e sedano (comprese le foglie). In una padella larga e con i bordi alti scaldate l'olio, unite le verdure tritate e fate soffriggere a fuoco basso lentamente per una decina di minuti. Nel frattempo tritate a coltello il seitan, dopo averlo ben asciugato, e aggiungetelo al soffritto. Fate cuocere mescolando per un'altra decina di minuti e poi aggiungete il vino rosso. Fate evaporare per bene e infine aggiungete la polpa di pomodoro, l'alloro e l'estratto sciolto in un pochino di acqua calda. Se l'avete potete aggiungere mezzo cucchiaino di dado fatto in casa altrimenti lasciate perdere. Aggiustate di sale e lasciate cuocere per almeno un paio d'ore a fuoco bassissimo (meglio su uno spargifiamma), mescolando di tanto in tanto. Una macinata di pepe e conditeci pasta, gnocchi o usatelo per le bruschette (il mio ha fatto quella fine). Si surgela benissimo.

Macroconsiglio
Il seitan è puro glutine di frumento quindi scongliato ai celiaci o a chi è intollerante alle farine. Si ricava da un impasto di farina e acqua, lavorato a lungo e poi cotto in un brodo di alghe, shoyu e verdure cosa che lo rende saporito. Ottima fonte di proteine vegetali e sali minerali, è completamente privo di grassi.

lunedì, novembre 28, 2005

Le polpettine di miglio



Sempre nella scia del periodo di depurazione o quasi (tra l'altro mi sono accorta di non aver fatto dei classici della cucina macrobiotica...e rimedierò presto) , ecco le polpette di miglio.
Sono un grande classico della cucina vegana e soprattutto macrobiotica (i famosi mangiatori di cibo per uccelli)...per me è l'unico modo di mangiare il miglio, che, detto per inciso, non mi piace un granché.
Il miglio è però un cereale dolce, adatto ai climi autunnali e apportatore di una giusta dose di calore. Ideale soprattutto se siete tesi, nervosi o avete problemi all'intestino. Lo si trova, meglio integrale e biologico, in molti supermercati e negozi di alimenti bio.
Si può cucinare allo stesso modo di un cus cus, buono in brodo con la zucca ed è ottimo come base per le polpette. Ha il sommo difetto di diventare un pappone se solo ci si distrae un momento o se ci si mette troppa acqua; un trucco per tenere al dente questo cereale può essere quello di tostarlo in un cucchiaio d'olio prima di aggiungere l'acqua.

1 tazza di miglio
2 carote grandi
2 cipolline
2 cucchiai di pane grattuggiato
2 cucchiai di sesamo
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale
2 tazze d'acqua
2 cucchiai di olio

Tostate a secco il sesamo e mettetelo da parte. Tagliate a julienne le carote e la cipolla, mettetela in una pentola a bordi alti in cui avrete già fatto scaldare l'olio e fate stufare per qualche minuto. Aggiungete il miglio che avrete precedentemente sciacquato, mescolate e fate scaldare per qualche minuto. Aggiungete l'acqua calda tenendo da parte 1/2 tazza che aggiugerete solo se il miglio si asciugasse troppo. Una volta cotto, salate, fate raffreddare e mettete il tutto in un frullatore. Aggiugete il pane grattuggiato, il prezzemolo e frullate fino a ottenere un impasto non troppo morbido.
Bagnatevi le mani e fate delle polpette che passerete nel sesamo tostato. Mettete su una placca da forno e cuocete a 200° fino a quando non saranno diventate marroncine. Nulla vieta di friggere queste polpette o di farne un unico polpettone.

giovedì, novembre 24, 2005

Minestra di ceci e erbe amare



Scaldare i reni per il freddo invernale, purificare e metter a riposo il fegato in previsione delle mangiate natalizie sono i miei progetti per le prossime settimane e quindi dò il via a una serie di piatti buoni e "curativi".
Curativi tra virgolette perché se i vostri problemi sono seri prima di tutto dovrete rivolgersi a un medico o un terapista, ma iniziare a mangiare bene aiuta e molto.

Questa zuppa è perfetta...ceci, alghe, erbe amare e cottura lunga!

300 gr di ceci secchi
300 gr di erbe amare (catalogna, cicoria, cime di rapa)
1 carota
1 cipolla
1 costola di sedano
1 spicchio d'aglio
brodo vegetale qb
2 cm di alga kombu
3 cucchiai di olio extravergine

Mettete a bagno i ceci in acqua fredda con la kombu per una notte.
Tritate la carota, la cipolla e il sedano, fateli soffriggere in 2 cucchiai di olio e 1 di acqua, aggiungete i ceci, coprite con il brodo vegetale e fate cuocere fino a quando non saranno morbidi. A parte lavate e tagliate a listarelle le erbe amare miste. In una padella fate dorare l'aglio nell'olio, aggiungete le erbe, salate, incoperchiate e fate stufare.
Passate la metà dei ceci, rimetteteli nella pentola insieme alle erbe stufate e fate cuocere per 15 minuti. Servite caldo con i crostini (io ho spolverato il tutto con alghe tritate).

Macroconsiglio
La macrobiotica ha tra i suoi cardini il mangiare a seconda del luogo e per le stagioni ovvero ogni cibo ha una sua energia e questa può aiutare a seconda che il periodo dell'anno sia più o meno freddo e che si viva in Sicilia o in Trentino. Non tutto va bene per tutto così come il mangiare un po' di tutto non vuol dire nulla....son petulante;-))
L'inverno è per la medicina orientale legato all'elemento Acqua e ai Reni, organi di eliminazione che vanno molto tutelati dalle temperature fredde. Riscaldare i reni non vuol dire però mangiare il brasato con la polenta tutti i giorni, ma inserire nella propria alimentazione cibi che aiutano a scaldare il corpo come il grano saraceno (i pizzoccheri...senza il bitto però), i cavoli , i fagioli, le cotture lunghe e a pressione.
Ottime per i reni le alghe ricche in sali minerali, in particolare la kombu, la salsa di soia e lo shoyu in alternativa al sale.
Dolce sì ma con moderazione visto che poi a Natale sarà difficile resistere...meglio il malto dello zucchero o del miele e il succo di mele bio del succo di ananas ;-))

martedì, novembre 22, 2005

Tempeh ai gemogli



Troppo tofu negli ultimi tempi e soprattutto 5 confezioni di tempeh nel freezer e le cime di rapa tentatrici al mercato. Questa volta ho usato i germogli di soia perché non ho avuto il tempo di far crescere bestioline nel germogliatore...devono però essere germogli che reggono bene la cottura altrimenti non si colgono le diverse consistenze.
Il tempeh è un cibo più adatto all'estate visto che la soia tende a raffreddare il corpo, la precottura mitiga un pochino questo inconveniente e i germogli sono un'ottima fonte di sali minerali e vitamine utili in questo periodo di freddo intenso.

1 confezione di tempeh
300 gr di germogli di soia
300 gr di cime di rapa pulite
5 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaino di zenzero grattuggiato

Il tempeh in questa preparazione va
precotto. Fatelo raffreddare e tagliatelo a cubetti. Sciacquate i germogli di soia (occhio che siano ogm free) e taguzzate le cime di rapa. Versate la salsa di soia, l'aceto e lo zenzero nel wok già caldo e fate scaldare per qualche minuto. Aggiungete tutti gli altri ingredienti e fate saltare rigirando il tutto con delicatezza.
Servite con del riso integrale.

lunedì, novembre 21, 2005

Chips di zucca di Elisabetta



Questa è un'idea che devo a Elisabetta66 di Coquinaria.
Una versione sana e macrobiotica delle patatine e con altrettanto sbattimento e sparizione nel giro di tre secondi netti. Io le ho cotte in forno perché l'odore di fritto non mi fa impazzire, ma si possono friggere in olio profondo e ben caldo.
A lato troverete anche un indice solo per la zucca...è una mania, lo so e lo sapranno anche i miei amici quando si ritroveranno la composta di zucca trai regali di Natale. ;-))

500 gr di zucca dolce pulita
sale
olio extra vergine leggero
rosmarino

Tagliate a pezzi la zucca e con la mandolina affettatela sottilmente. Accendete il forno a 180°, distendete su una teglia ricoperata di carta forno le fettine dizucca, irroratele con l'olio, spolverizzate di sale e rosmarino tritato. Fate cuocere per 40 minuti o anche di più fino a quando non saranno ben croccanti.
Da tener presente che in cottura la zucca perderà acqua se 500gr di zucca tagliate a fette vi è sembrata una montagna, uscite dal forno non sarà più così. Ottime tiepide o fredde.

venerdì, novembre 18, 2005

Topinambur aromatici



I topinambur sono per me una scoperta abbastanza recente nonostante le forti origini piemontesi e molti anni trascorsi a Torino dove insieme ai cardi sono la verdura tipica che accompagna la bagna cauda. Non so perchè per anni ho snobbato questo meraviglioso tubero carciofoso. Di origini Nord Americane il toinambur è arrivato i Europa nel 1500 e ès tato molto utilizzato dai cuochi di corte quando ancora le patate venivano considerate velenose e cibo per i maiali. Ha poche calorie e tante fibre.. Ottimo in purè, si può mangiarlo crudo dopo averlo tagliato a fettine sottilissime. Ha il solo difetto di presentarsi bitorzoluto e spesso ricoperto di terra cosa che rende la sua pulizia alquanto laboriosa.
Questa ricetta la devo ad Allan Bay e al suo Cuochi si diventa 2.

500 gr di topinambur
1 bicchiere di acqua
2 cucchiai di erbe aromatiche tritate (aneto, prezzemolo, rosmarino e timo)
1 cuchiaio di olio
1 spicchio d'aglio
pepe rosa
sale

Lavare i topinambur, pelateli e tagliteli a fette sottili ma non troppo. Mentre fate questa operazione mettete le fette in acqua e limone per evitare che nell'attesa si anneriscano proprio come per i carciofi. In una larga padella fate soffriggere olio e algio, poi aggiungete i topinambur, saltateli velocemente, coprite con l'acqua e chiudete con un coperchio. Fate cuocere per 15/20 minuti, scoperchiate, salate e agggiungete il trito di erbe. fate cuocere ancora per qualche minuto facendo attenzione a girare i topinambur perchè sono molto delicati. Serviteli caldi con una macinata di pepe rosa o pepe di Sichuan.

giovedì, novembre 17, 2005

Disfide e dolcetti



Le disfide con Cavoletto su Pepe Rosso continuano...non sempre le segnalo, ma questa volta la sfida a dolci al cucchiaio mi è proprio piaciuta. Una delle cose più difficili della macrobiotica sono i dolci, (inutile sostenere il contrario) spesso sono gnucchi, i libri in italiano sono pochi e propongono dolci poco dolci e che danno poca soddisfazione. Se uno è abituato al dolce italiano fa grande difficoltà a trovare goduriosa la mousse di mela o i dolcetti giapponesi, quindi spesso la soluzione è farne a meno ;-)
Quest'estate a New York dopo un giro per ristoranti vegani da urlo ho fatto incetta di libri di cucina vegan e macrobiotica americana pieni di torte meravigliose e ho cominciato con lo sperimentare mousse e creme. Questa mousse al cioccolato è una vera goduria, facilissima a farsi (a patto di trovare il silk tofu) e soprattutto mi consentirà di fare bella figura durante le feste di Natale.

mercoledì, novembre 16, 2005

Pomodori secchi 2



Questo fa parte dei miei regali di Natale grazie anche a un'amica che mi ha portato dalla Calabria più di un chilo di pomodori secchi.
Facili a farsi, sono un regalo delizioso, il problema è evitare di assaggiarli. Io li piazzo in alto nei mobili della cucina per cui senza la scala non ci arrivo. Vi ho tormentato tutta l'estate con la mia mania per i pomodori secchi...ma il momento migliore per mangiarli per me è proprio l'inverno: colori, profumi e sapori mi portano una luce e un sole che a Milano non si fanno vedere da tempo :-(

500 gr di pomodori secchi
1 tazza di aceto bianco
2 litri di acqua
capperi
timo
aglio
peperoncino
olio extravergine

Sbollentare per 5 minuti i pomodori secchi in acqua e aceto. Far asciugare per un giorno su uno strofinaccio pulito e senza odore di detersivo. Mettere in vasetti di vetro sterilizzati e caldi i pomodori a strati con aglio, peperoncino, capperi e timo secco. Coprire d'olio, chiudere bene con capsule nuove e mettere a testa in giù per creare il sottovuoto. LAsciare per almeno un mese in un luogo fresco e buio.

Macroconsiglio
E' credo uno dei pochi modi macrobiotici di mangiare i pomodori. Alimento eccessivamente yin, da crudi sono perfetti se si mangiano molte proteine animali in quanto compensano l'eccesso di sodio della carne con il potassio che contengono. Se si segue una dieta vegana o macrobiotica si rischia un eccesso di acidità e piccoli problemi all'intestino. Seccarli al sole (elemento yang) limita questo eccesso.

lunedì, novembre 14, 2005

Spaghetti con bottarga e pesto di ortica



Sempre spaghetti Faella, bottarga della Sardegna e pesto di ortica e tofu....non vado pazza per la pasta, ma in una domenica di blocco del traffico pigra e silenziosa ci stava benissimo.
Di solito preferisco la pasta integrale, ma questa mi fa impazzire: artigianale e con grani selezionati, il costo è fotonico, ma io non la mangio spesso ;-)). Tra l'altro si comporta come la pasta corta ovvero gli spaghetti raddoppiano quasi di dimensioni.
Ho ancora un paio di sacchetti di ortica nel freezer e sto cercando differenti ricette per usarla; il sapore leggermente amarognolo si è sposato benissimo con il forte della bottarga (facoltativa) e il dolce del tofu.

150 gr di ortica
80 gr di tofu seta
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di olio extravergine
50 gr di bottarga
350 gr di spaghetti Faella

Sbollentare l'ortica, tagliare a lamelle sottili la bottarga e metterla a macerare in un cucchiaio d'olio. Frullare o pestare in un mortaio pinoli, ortica, aglio, tofu e olio fino a ottenere una salsa liscia ma non troppo. Cuocere la pasta al dente, spadellare velocemente con il pesto e servire ricoperta di lamelle di bottarga.
Potete usare in alternativa la rucola che però no va sbollentata.

venerdì, novembre 11, 2005

Pane alle noci e sciroppo d'acero



Questa è una coccola da domenica mattina e quindi è un pane perfetto da fare il sabato pomeriggio. E' facile e veloce e si conserva per 3/4 giorni in una sacca di tela o 1 mese se congelato.
La ricetta (modificata, ma quando mai non riesco a farlo ;-)) è di Linda Collister autrice di Pane dalla baguette alla focaccia.
Ho usato solo farina integrale e questo ha voluto dire allungare i tempi di lievitazione, ma il risultato è stato ottimo tanto che da un paio di giorni visto l'arrivo del freddo e della nebbia faccio colazione con una fetta di questo pane con la composta di zucca e vaniglia.
E' possibile usare il malto al posto dello sciroppo d'acero, ma suggerisco di fare metà malto di mais o di riso e metà d'orzo in quanto lo sciroppo d'acero lascia un sapore e un profumo leggermente amarognolo che in questo modo si riesce quasi a ricreare.
La ricetta originale diceva noci pecan in quanto si tratta di un pane nordamericano, ma qui sono praticamente introvabili e quindi ho rimediato con le noci del mercato equo solidale.

350 gr di farina integrale (anche metà integrale e metà manitoba)
100 gr di noci tritate grossolanamente
100 gr di sciroppo d'acero
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di cardamomo macinato
7 gr di lievito di birra fresco
200 gr di acqua tiepida e filtrata

Mescolate acqua, sciroppo e lievito poi aggiungete la farina poco per volta e infine le noci e impastate bene per almeno dieci minuti fino a quando non otterrete una palla liscia ed elastica.
Mettetela a lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido e coperta da un panno bagnato.
Rompete la lievitazione, impastate e mettetela in una forma da pancarrè (la mia era da28 cm), infilate il tutto in un sacchetto di plastica alimentare, soffiateci dentro in modo che si gonfi leggermente, chiudete con un laccio e lasciate lievitare per un'ora.
Toglete la forma dall'involucro e cuocete a 200° fino a quando la superficie non sara marroncina e battendo il pane sul fondo non suonerà vuoto. Lasciate raffreddare su una grata.

martedì, novembre 08, 2005

Incontri a Milano: Cavoletto, Petulante e Ape Piera

I food blogger non si limitano a cucinare e scrivere, ma si incontrano, chiacchierano (tanto) e mangiano...soprattutto!
La cosa che amo di più dei blog e dei forum sono gli incontri in carne e ossa o meglio il fatto che si possa passare da virtuali a reali e che si abbia una voce, un corpo e un'energia da toccare.
In quasi quindici anni di web posso dire che alcune delle mie migliori amicizie siano nate così.

La scorsa settimana in un mezzogiorno molto milanese, grigio inquinamento con sprazzi di sole, ho incontrato Sigrid ovvero
Il cavoletto di Bruxelles da Ape Piera o meglio nel ristorante aperto a Milano da Nicola Cavallaro alias Kitchen Stories...tre food blogger insieme (potevamo essere quattro ma Pepe Rosso ci ha "paccato").
La cronaca proprio su
Pepe Rosso...per me il ricordo di:

una camminata imprevista: non avevo guardato la mappa e non essendo milanese doc...mi sono più o meno persa tra le risate di Sigrid

l'intelligenza e la vivacità di Sigrid: molto molto carina per altro e appassionata sperimentatrice
(molto più di me che da buona italiana apprezzo la cucina tradizionale)


la scorrazzata in cucina: voglio il forno di per i dolci!


il sorriso di Nicola e la sua cucina: un avventura tra i sapori e un piatto di crudi che non dimenticherò facilmente (devo solo sapere il nome del suo "spacciatore" di pesce)



Non ho fatto foto (sigh) del panorama dalle finestre dell'Ape Piera: Naviglio con chiesa di fronte, silenzio quasi incredibile visto il traffico che di solito caratterizza la zona ;)
Non vi descrivo come è stato il resto del pomeriggio in ufficio: quasi quasi chiamavano il tecnico a disincastrarmi il naso dalla tastiera causa sonnite da vinello e pensieri poco lavorativi....