lunedì, novembre 30, 2009

Torta biete e shitake


Il cielo è così grigio che le foto vengono uno schifo ... e poi questa torta è sparita con la velocità del fulmine ;D
Cominciano le sperimentazione natalizie!
Visto che mi toccano i giorni da schiava isaura dal 24 al 26 compresi, mi devo far venire qualche idea nuova anche se i maschi di famiglia han già fatto pervenire le richieste fisse (panini, salmone marinato, pasta alle vongole).
I regali mangiferi son già in dispensa da settimane, manca ancora qualcosina, ma quest'anno mi sento molto più organizzata del solito e quindi so per certo di essermi dimenticata qualcosa (qualcosa che mi verrà in mente il 24 come minimo ;DDD)

Ho mischiato shitake e un paio di funghi secchi misti per dare una nota autunnale più accentuata. Gli shitake son ricchi di sali minerali e aminoacidi essenziali, in più son ottimi per chi soffre di colesterolo alto e aumentano le difese naturali dell'organismo. In Giappone fanno parte dell'alimentazione quotidiana quasi come le alghe (leggasi 1 fughetto e poche alghe, non di più perché non è necessario come come ha poco senso mangiare tante alghe e shitake in una volta sola ... più o meno è sciocco come fare jogging una volta al mese ;D).

300 gr di farina integrale
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva leggero
birra fredda qb
un pizzico di sale
350 gr di biete (peso da cotte)
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio abbondante di olio
1 peperoncino (opzionale)
150gr di tazza di panna di soia
5 funghi shitake
3 funghi secchi
10 noci
1 cucchiaio di lievito alimentare

Lavorate farina, olio e birra fino a ottenere un impasto elastico e liscio, fate una palla e lsciate riposare coperto per un'ora.
Ammollate gli shitake e i funghi in acqua calda per un'ora, togliete agli shitake i gambi e affettateli.
Cuocere al vapore le biete, saltatele in olio, aglio e peperoncino, salate e fate raffreddare. Eliminate aglio e peperoncino, tritatele grossolanamente a coltello e mettetele in una ciotola.
Alle biete aggiungete la panna, le noci tritate, i funghi, mescolate e versate sulla pasta che nel frattempo avrete steso su una tortiera e bucherellato con una forchetta.
Cuocete in forno caldo a 180° per 15/20 minuti.

lunedì, novembre 23, 2009

Soia&soia





... il sole ha giusto pensato di spuntare ora!
Dopo 9 giorni di un grigio devastante culminato in un fine settimana a Venezia con il cielo dello stesso colore dell'acqua dei canali.
In un clima troppo caldo per i miei gusti, con nelle papille ancora il gusto dei bigoi in salsa e spaghetti alle capelonghe (cannolicchi per i non veneti ... definite da me in fase di privazione di memoria i rametti con il mitile dentro) e il fegato in fase di spurgo alcolico, mi dedico una settimana "sana" e un lunedì germoglioso. Grazie ancora vecie!!!!!!


Unire tofu a germogli di soia e alla salsa di soia è un abbinamento un pochino strano ma non estremo come può sembrare, magari un pochino ancora troppo yin ma visto che non fa particolarmente freddo me lo concedo ;). I germogli danno una nota di freschezza molto interessante e potrebbero esser sostituiti con germogli di fagiolo mugo o di lenticchia (germogli che non siano delicati e reggano la cottura veloce).

200 gr di germogli di soia
200 gr di tofu
2 cucchiai di olio di sesamo
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di mirin
8 cucchiai di acqua

Mettete il tofu sotto un peso per 30 minuti in modo da far uscire il liquido in eccesso. Marinatelo per almeno due ore in acqua, salsa di soia e mirin poi tagliatelo a tocchetti.
Scaldate l'olio nel wok e unite il tofu senza scolar troppo la marinata e saltatelo per alcuni minuti, unite i germogli di soia, saltate ancora ma fate in modo che i germogli rimangano croccantissimi e servite ben caldo.

lunedì, novembre 16, 2009

Piatti ritratti




Mi capita di rado, quasi mai, di far pubblicità a qualcuno. Per pigrizia, perché faccio casino già così, perché in (piccola per fortuna) è il mio mestiere e quindi mi annoio, perché mi piace che il blog rimanga un luogo di scarso colonialismo, etc ma ma ma ...

A Castelfranco Veneto presso la galleria Antiruggine dal 21 novembre al 31 gennaio ci sarà la prima mostra fotografica di Bob Noto

Piatti ritratti

e vale la pena di far un viaggetto per vederla (oltre che per comprar vino, cibo e veder la campagna autunnale).
Sulla MejorGastronomia trovate qualche foto e questa è la cartella stampa della mostra.

Perché scrivo di Bob?
Perché Bob Noto è una persona speciale, un unicum nel paesaggio dei fotografi di cibo, un vero iperrealista della digitale, incapace di prendersi sul serio pur creando piccoli capolavori.
A chi dice "sì ma usa il fotoritocco" rispondo che a usarlo in modo così originale è solo lui, almeno in Italia ;D e la sua non è semplice fotografia di cibo (come la mia) ma altro.
Le sue foto mi divertirono e colpirono fin dalla prima volta che ne scoprii una per puro caso in rete: scrissi un breve post su di lui, questo lo divertì e ne nacque una quasi amicizia fatta di brevi mail, qualche pranzo e persino la foto della mia schiena di fianco al titolo.
Che fotografi cibo da parecchi anni prima dell'avvento dei blog - dai quali si è sempre lasciato poco affascinare, preferendo la cucina meno virtuale - che poi sia il fotografo preferito di Ferran Adrià, che spesso compaia sul Gambero Rosso Channel etc etc etc non cambia il modo scanzonato, confusionario, intellettuale, snobistico, esagerato e spassoso con cui ti accoglie anche solo per un paio di ore nella sua vita.

Lui e suoi pranzi son banchetti degni di Peter Greenway, farsi fotografare una ubriacatura e un onore dal quale dopo due anni forse non mi sono ancora ripresa ;DDDD, parlarci vera goduria (per non parlare dei suoi cocktail a stomaco vuoto).

Quel che ho scritto pare esagerato? ... esagerata è solo la capacità di Bob render artistico l'artigianato della cucina.


PS Ehmmm mica l'ho detto a Bob che avrei combinato sto post, ma è di lui degno ;DDD

venerdì, novembre 13, 2009

Roba calda verde!



Il cielo è grigino, Milano è tutta grigia (mi piacerebbe sapere cosa girava nella testa di chi ha costruito in una città con il cielo grigio metà dell'anno palazzi di arenaria grigia....bah) e io mi son messa un vestito grigio (perla ;D) ma con una fantastica sciarpa verdissima!

Quando ho fatto la zuppa però pensavo che venisse più arancione visto che avevo messo le lenticchie decorticate, ma queste si son schiarite in cottura e son diventate di un colorino tristissimo, quindi ho aggiunto le biete ed è diventata una zuppa verde ;D La prossima volta proverò con la verza....

Le zuppe e i brodi in inverno dovrebbero entrare quotidianamente nella nostra alimentazione. Apportano calore, sali minerali, vitamine e proteine e son facili da fare, è sufficiente avere in casa o nel freezer qualche verdure, legumi (in scatola o secchi e decorticati come le lenticchie che cuociono in poco tempo), un buon frullatore e un pochino di fantasia. Culture come quella giapponese e cinese usano la zuppa come unico liquido durante i pasti, non si beve acqua perché fredda e rallenta la digestione ma zuppe calde o tiepide - come la miso ad esempio - anche in estate.

Ho dato un'ultima nota acida con il limone per dare una mano al fegato che ama i gusti acidi e in questo periodo va coccolato e depurato anche in vista dei festini natalizi :)

1 tazza di lenticchie decorticate
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 tazze di bietole già cotte
1 cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaino di buccia di limone bio grattugiata
brodo vegetale qb

Stufate la cipolla nell'olio e unite le lenticchie ben sciacquate. Coprite con il brodo vegetale freddo (o acqua fredda a cui unire del dado vegetale) e portate a cottura. Unite poi le bietole e fate cuocere per qualche minuto. Frullate bene il tutto, aggiustate di sale e aggiungete la buccia e il succo di limone prima di servire. Per il limone mettetene prima la metà, assaggiate e unite il resto solo se a vostro gusto non è troppo acido.

martedì, novembre 03, 2009

Panini smemorini



Dico da sempre che il mio allenamento all'alzheimer dura dall'infanzia allo scopo di far sì che gli amici e i parenti si abituino e quindi al momento opportuno non se ne accorgano e mi lascino in pace.

Beh un allenamento che da i suoi frutti visto che ho passato una settimana a pensare con che cosa avevo fatto questi panini che per altro stan bel belli nel freezer! ;D
Come ripeto ai miei allievi il tai chi e la macrobiotica non garantiscono un miglioramento della memoria a breve termine ... ma il discorso si farebbe troppo complicato dato che i tipi di memorizzazioni sono diverse e non tutte legate all'apprendimento o al cervello.

Stamattina però una lucina mi ha illuminato mentre pagavo l'autostrada (posti ispiranti ovvio!!!).

E' periodo di cotture lente, cibi che scaldano e colorano giornate bigie e umide come quella di ieri: castagne, zucche, porri, cipolle, stufati, legumi etc e anche di panini colorati per rendere più gioiose le mattine della domenica.

200 gr di farina gialla tipo fioretto
150 gr di farina integrale
150 gr di farina di grano duro
1 cucchiaio abbondante di malto d'orzo
300 gr di acqua tiepida
5 gr di lievito di birra secco o 8 di lievito fresco
semini vari (sesamo e zucca ad esempio)

Miscelate le farine con il lievito (se secco), sciogliete il malto nell'acqua (anche il lievito se usate quello fresco) e infine unite l'acqua e impastate con forza fino a ottenere una massa liscia e non appiccicosa. Lasciate che la farina assorba l'acqua e trattenetevi dall'aggiungere una o l'altra fino a completo assorbimento, cosa che avviene dopo almeno 5/8 minuti di lavorazione.
Fate una palla, copritela con un panno umido e mettetela in luogo caldo e privo di correnti a lievitare.
Una volta raddoppiata di volume, rompete la lievitazione con un bel cazzotto e reimpastate velocemente unendo i semini e dando la forma desiderata. Io ho fatto tante palline e le ho messe nella teglia da muffin, metodo pratico e veloce per ottenere dei panini tutti uguali.
Fate raddoppiare di volume e cuocete in forno caldo a 200° fino a quando i panini non saranno dorati o il fondo non suonerà vuoto.