mercoledì, novembre 30, 2005

Ragù di seitan



Un classico della cucina vegan o macrobiotica e un tentativo di ricreare un grande classico della cucina italiana. Quando lo faccio per i "normali" seguo regole ferre ovvero buona carne e cottura lunghissima, nonostante una madre che fa un ragù ottimo in un'ora... e lo stesso faccio per quello di seitan. Ovvio che il sapore non è lo stesso ma la presenza di verdurine, odori e lunga cottura creano un sugo buonissimo. Si può fare sia in versione bianca sia in versione rossa.
Trovare un seitan buono e morbido è determinante, meglio preferire il pezzo unico (o farlo in casa) alle fettine che di solito sono simil suola da scarpe. Nella foto (scattata di sera e quindi non eccezionale) si vede come perseguo nella mania della pasta artigianale: me ne hanno regalato dei chili, ma appena ho cinque minuti liberi me la faccio da sola ;-))

Anche qui vale la regola che se il pomodoro è cotto così tanto perde gran parte dell'acidità e dell'eccesso di yin...questo consente anche ai macrobiotici un'ottima pasta al ragù ;-)

300 gr di seitan
2 carote
3 coste di sedano
1 cipolla grande
1 scatola di polpa di pomodoro

1 foglia di alloro
1/2 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di estratto di pomodoro (facoltativo)
4 cucchiai d'olio extra vergine

Pulite e tritate carote, cipolla e sedano (comprese le foglie). In una padella larga e con i bordi alti scaldate l'olio, unite le verdure tritate e fate soffriggere a fuoco basso lentamente per una decina di minuti. Nel frattempo tritate a coltello il seitan, dopo averlo ben asciugato, e aggiungetelo al soffritto. Fate cuocere mescolando per un'altra decina di minuti e poi aggiungete il vino rosso. Fate evaporare per bene e infine aggiungete la polpa di pomodoro, l'alloro e l'estratto sciolto in un pochino di acqua calda. Se l'avete potete aggiungere mezzo cucchiaino di dado fatto in casa altrimenti lasciate perdere. Aggiustate di sale e lasciate cuocere per almeno un paio d'ore a fuoco bassissimo (meglio su uno spargifiamma), mescolando di tanto in tanto. Una macinata di pepe e conditeci pasta, gnocchi o usatelo per le bruschette (il mio ha fatto quella fine). Si surgela benissimo.

Macroconsiglio
Il seitan è puro glutine di frumento quindi scongliato ai celiaci o a chi è intollerante alle farine. Si ricava da un impasto di farina e acqua, lavorato a lungo e poi cotto in un brodo di alghe, shoyu e verdure cosa che lo rende saporito. Ottima fonte di proteine vegetali e sali minerali, è completamente privo di grassi.

lunedì, novembre 28, 2005

Le polpettine di miglio



Sempre nella scia del periodo di depurazione o quasi (tra l'altro mi sono accorta di non aver fatto dei classici della cucina macrobiotica...e rimedierò presto) , ecco le polpette di miglio.
Sono un grande classico della cucina vegana e soprattutto macrobiotica (i famosi mangiatori di cibo per uccelli)...per me è l'unico modo di mangiare il miglio, che, detto per inciso, non mi piace un granché.
Il miglio è però un cereale dolce, adatto ai climi autunnali e apportatore di una giusta dose di calore. Ideale soprattutto se siete tesi, nervosi o avete problemi all'intestino. Lo si trova, meglio integrale e biologico, in molti supermercati e negozi di alimenti bio.
Si può cucinare allo stesso modo di un cus cus, buono in brodo con la zucca ed è ottimo come base per le polpette. Ha il sommo difetto di diventare un pappone se solo ci si distrae un momento o se ci si mette troppa acqua; un trucco per tenere al dente questo cereale può essere quello di tostarlo in un cucchiaio d'olio prima di aggiungere l'acqua.

1 tazza di miglio
2 carote grandi
2 cipolline
2 cucchiai di pane grattuggiato
2 cucchiai di sesamo
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale
2 tazze d'acqua
2 cucchiai di olio

Tostate a secco il sesamo e mettetelo da parte. Tagliate a julienne le carote e la cipolla, mettetela in una pentola a bordi alti in cui avrete già fatto scaldare l'olio e fate stufare per qualche minuto. Aggiungete il miglio che avrete precedentemente sciacquato, mescolate e fate scaldare per qualche minuto. Aggiungete l'acqua calda tenendo da parte 1/2 tazza che aggiugerete solo se il miglio si asciugasse troppo. Una volta cotto, salate, fate raffreddare e mettete il tutto in un frullatore. Aggiugete il pane grattuggiato, il prezzemolo e frullate fino a ottenere un impasto non troppo morbido.
Bagnatevi le mani e fate delle polpette che passerete nel sesamo tostato. Mettete su una placca da forno e cuocete a 200° fino a quando non saranno diventate marroncine. Nulla vieta di friggere queste polpette o di farne un unico polpettone.

giovedì, novembre 24, 2005

Minestra di ceci e erbe amare



Scaldare i reni per il freddo invernale, purificare e metter a riposo il fegato in previsione delle mangiate natalizie sono i miei progetti per le prossime settimane e quindi dò il via a una serie di piatti buoni e "curativi".
Curativi tra virgolette perché se i vostri problemi sono seri prima di tutto dovrete rivolgersi a un medico o un terapista, ma iniziare a mangiare bene aiuta e molto.

Questa zuppa è perfetta...ceci, alghe, erbe amare e cottura lunga!

300 gr di ceci secchi
300 gr di erbe amare (catalogna, cicoria, cime di rapa)
1 carota
1 cipolla
1 costola di sedano
1 spicchio d'aglio
brodo vegetale qb
2 cm di alga kombu
3 cucchiai di olio extravergine

Mettete a bagno i ceci in acqua fredda con la kombu per una notte.
Tritate la carota, la cipolla e il sedano, fateli soffriggere in 2 cucchiai di olio e 1 di acqua, aggiungete i ceci, coprite con il brodo vegetale e fate cuocere fino a quando non saranno morbidi. A parte lavate e tagliate a listarelle le erbe amare miste. In una padella fate dorare l'aglio nell'olio, aggiungete le erbe, salate, incoperchiate e fate stufare.
Passate la metà dei ceci, rimetteteli nella pentola insieme alle erbe stufate e fate cuocere per 15 minuti. Servite caldo con i crostini (io ho spolverato il tutto con alghe tritate).

Macroconsiglio
La macrobiotica ha tra i suoi cardini il mangiare a seconda del luogo e per le stagioni ovvero ogni cibo ha una sua energia e questa può aiutare a seconda che il periodo dell'anno sia più o meno freddo e che si viva in Sicilia o in Trentino. Non tutto va bene per tutto così come il mangiare un po' di tutto non vuol dire nulla....son petulante;-))
L'inverno è per la medicina orientale legato all'elemento Acqua e ai Reni, organi di eliminazione che vanno molto tutelati dalle temperature fredde. Riscaldare i reni non vuol dire però mangiare il brasato con la polenta tutti i giorni, ma inserire nella propria alimentazione cibi che aiutano a scaldare il corpo come il grano saraceno (i pizzoccheri...senza il bitto però), i cavoli , i fagioli, le cotture lunghe e a pressione.
Ottime per i reni le alghe ricche in sali minerali, in particolare la kombu, la salsa di soia e lo shoyu in alternativa al sale.
Dolce sì ma con moderazione visto che poi a Natale sarà difficile resistere...meglio il malto dello zucchero o del miele e il succo di mele bio del succo di ananas ;-))

martedì, novembre 22, 2005

Tempeh ai gemogli



Troppo tofu negli ultimi tempi e soprattutto 5 confezioni di tempeh nel freezer e le cime di rapa tentatrici al mercato. Questa volta ho usato i germogli di soia perché non ho avuto il tempo di far crescere bestioline nel germogliatore...devono però essere germogli che reggono bene la cottura altrimenti non si colgono le diverse consistenze.
Il tempeh è un cibo più adatto all'estate visto che la soia tende a raffreddare il corpo, la precottura mitiga un pochino questo inconveniente e i germogli sono un'ottima fonte di sali minerali e vitamine utili in questo periodo di freddo intenso.

1 confezione di tempeh
300 gr di germogli di soia
300 gr di cime di rapa pulite
5 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaino di zenzero grattuggiato

Il tempeh in questa preparazione va
precotto. Fatelo raffreddare e tagliatelo a cubetti. Sciacquate i germogli di soia (occhio che siano ogm free) e taguzzate le cime di rapa. Versate la salsa di soia, l'aceto e lo zenzero nel wok già caldo e fate scaldare per qualche minuto. Aggiungete tutti gli altri ingredienti e fate saltare rigirando il tutto con delicatezza.
Servite con del riso integrale.

lunedì, novembre 21, 2005

Chips di zucca di Elisabetta



Questa è un'idea che devo a Elisabetta66 di Coquinaria.
Una versione sana e macrobiotica delle patatine e con altrettanto sbattimento e sparizione nel giro di tre secondi netti. Io le ho cotte in forno perché l'odore di fritto non mi fa impazzire, ma si possono friggere in olio profondo e ben caldo.
A lato troverete anche un indice solo per la zucca...è una mania, lo so e lo sapranno anche i miei amici quando si ritroveranno la composta di zucca trai regali di Natale. ;-))

500 gr di zucca dolce pulita
sale
olio extra vergine leggero
rosmarino

Tagliate a pezzi la zucca e con la mandolina affettatela sottilmente. Accendete il forno a 180°, distendete su una teglia ricoperata di carta forno le fettine dizucca, irroratele con l'olio, spolverizzate di sale e rosmarino tritato. Fate cuocere per 40 minuti o anche di più fino a quando non saranno ben croccanti.
Da tener presente che in cottura la zucca perderà acqua se 500gr di zucca tagliate a fette vi è sembrata una montagna, uscite dal forno non sarà più così. Ottime tiepide o fredde.

venerdì, novembre 18, 2005

Topinambur aromatici



I topinambur sono per me una scoperta abbastanza recente nonostante le forti origini piemontesi e molti anni trascorsi a Torino dove insieme ai cardi sono la verdura tipica che accompagna la bagna cauda. Non so perchè per anni ho snobbato questo meraviglioso tubero carciofoso. Di origini Nord Americane il toinambur è arrivato i Europa nel 1500 e ès tato molto utilizzato dai cuochi di corte quando ancora le patate venivano considerate velenose e cibo per i maiali. Ha poche calorie e tante fibre.. Ottimo in purè, si può mangiarlo crudo dopo averlo tagliato a fettine sottilissime. Ha il solo difetto di presentarsi bitorzoluto e spesso ricoperto di terra cosa che rende la sua pulizia alquanto laboriosa.
Questa ricetta la devo ad Allan Bay e al suo Cuochi si diventa 2.

500 gr di topinambur
1 bicchiere di acqua
2 cucchiai di erbe aromatiche tritate (aneto, prezzemolo, rosmarino e timo)
1 cuchiaio di olio
1 spicchio d'aglio
pepe rosa
sale

Lavare i topinambur, pelateli e tagliteli a fette sottili ma non troppo. Mentre fate questa operazione mettete le fette in acqua e limone per evitare che nell'attesa si anneriscano proprio come per i carciofi. In una larga padella fate soffriggere olio e algio, poi aggiungete i topinambur, saltateli velocemente, coprite con l'acqua e chiudete con un coperchio. Fate cuocere per 15/20 minuti, scoperchiate, salate e agggiungete il trito di erbe. fate cuocere ancora per qualche minuto facendo attenzione a girare i topinambur perchè sono molto delicati. Serviteli caldi con una macinata di pepe rosa o pepe di Sichuan.

giovedì, novembre 17, 2005

Disfide e dolcetti



Le disfide con Cavoletto su Pepe Rosso continuano...non sempre le segnalo, ma questa volta la sfida a dolci al cucchiaio mi è proprio piaciuta. Una delle cose più difficili della macrobiotica sono i dolci, (inutile sostenere il contrario) spesso sono gnucchi, i libri in italiano sono pochi e propongono dolci poco dolci e che danno poca soddisfazione. Se uno è abituato al dolce italiano fa grande difficoltà a trovare goduriosa la mousse di mela o i dolcetti giapponesi, quindi spesso la soluzione è farne a meno ;-)
Quest'estate a New York dopo un giro per ristoranti vegani da urlo ho fatto incetta di libri di cucina vegan e macrobiotica americana pieni di torte meravigliose e ho cominciato con lo sperimentare mousse e creme. Questa mousse al cioccolato è una vera goduria, facilissima a farsi (a patto di trovare il silk tofu) e soprattutto mi consentirà di fare bella figura durante le feste di Natale.

mercoledì, novembre 16, 2005

Pomodori secchi 2



Questo fa parte dei miei regali di Natale grazie anche a un'amica che mi ha portato dalla Calabria più di un chilo di pomodori secchi.
Facili a farsi, sono un regalo delizioso, il problema è evitare di assaggiarli. Io li piazzo in alto nei mobili della cucina per cui senza la scala non ci arrivo. Vi ho tormentato tutta l'estate con la mia mania per i pomodori secchi...ma il momento migliore per mangiarli per me è proprio l'inverno: colori, profumi e sapori mi portano una luce e un sole che a Milano non si fanno vedere da tempo :-(

500 gr di pomodori secchi
1 tazza di aceto bianco
2 litri di acqua
capperi
timo
aglio
peperoncino
olio extravergine

Sbollentare per 5 minuti i pomodori secchi in acqua e aceto. Far asciugare per un giorno su uno strofinaccio pulito e senza odore di detersivo. Mettere in vasetti di vetro sterilizzati e caldi i pomodori a strati con aglio, peperoncino, capperi e timo secco. Coprire d'olio, chiudere bene con capsule nuove e mettere a testa in giù per creare il sottovuoto. LAsciare per almeno un mese in un luogo fresco e buio.

Macroconsiglio
E' credo uno dei pochi modi macrobiotici di mangiare i pomodori. Alimento eccessivamente yin, da crudi sono perfetti se si mangiano molte proteine animali in quanto compensano l'eccesso di sodio della carne con il potassio che contengono. Se si segue una dieta vegana o macrobiotica si rischia un eccesso di acidità e piccoli problemi all'intestino. Seccarli al sole (elemento yang) limita questo eccesso.

lunedì, novembre 14, 2005

Spaghetti con bottarga e pesto di ortica



Sempre spaghetti Faella, bottarga della Sardegna e pesto di ortica e tofu....non vado pazza per la pasta, ma in una domenica di blocco del traffico pigra e silenziosa ci stava benissimo.
Di solito preferisco la pasta integrale, ma questa mi fa impazzire: artigianale e con grani selezionati, il costo è fotonico, ma io non la mangio spesso ;-)). Tra l'altro si comporta come la pasta corta ovvero gli spaghetti raddoppiano quasi di dimensioni.
Ho ancora un paio di sacchetti di ortica nel freezer e sto cercando differenti ricette per usarla; il sapore leggermente amarognolo si è sposato benissimo con il forte della bottarga (facoltativa) e il dolce del tofu.

150 gr di ortica
80 gr di tofu seta
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di olio extravergine
50 gr di bottarga
350 gr di spaghetti Faella

Sbollentare l'ortica, tagliare a lamelle sottili la bottarga e metterla a macerare in un cucchiaio d'olio. Frullare o pestare in un mortaio pinoli, ortica, aglio, tofu e olio fino a ottenere una salsa liscia ma non troppo. Cuocere la pasta al dente, spadellare velocemente con il pesto e servire ricoperta di lamelle di bottarga.
Potete usare in alternativa la rucola che però no va sbollentata.

venerdì, novembre 11, 2005

Pane alle noci e sciroppo d'acero



Questa è una coccola da domenica mattina e quindi è un pane perfetto da fare il sabato pomeriggio. E' facile e veloce e si conserva per 3/4 giorni in una sacca di tela o 1 mese se congelato.
La ricetta (modificata, ma quando mai non riesco a farlo ;-)) è di Linda Collister autrice di Pane dalla baguette alla focaccia.
Ho usato solo farina integrale e questo ha voluto dire allungare i tempi di lievitazione, ma il risultato è stato ottimo tanto che da un paio di giorni visto l'arrivo del freddo e della nebbia faccio colazione con una fetta di questo pane con la composta di zucca e vaniglia.
E' possibile usare il malto al posto dello sciroppo d'acero, ma suggerisco di fare metà malto di mais o di riso e metà d'orzo in quanto lo sciroppo d'acero lascia un sapore e un profumo leggermente amarognolo che in questo modo si riesce quasi a ricreare.
La ricetta originale diceva noci pecan in quanto si tratta di un pane nordamericano, ma qui sono praticamente introvabili e quindi ho rimediato con le noci del mercato equo solidale.

350 gr di farina integrale (anche metà integrale e metà manitoba)
100 gr di noci tritate grossolanamente
100 gr di sciroppo d'acero
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di cardamomo macinato
7 gr di lievito di birra fresco
200 gr di acqua tiepida e filtrata

Mescolate acqua, sciroppo e lievito poi aggiungete la farina poco per volta e infine le noci e impastate bene per almeno dieci minuti fino a quando non otterrete una palla liscia ed elastica.
Mettetela a lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido e coperta da un panno bagnato.
Rompete la lievitazione, impastate e mettetela in una forma da pancarrè (la mia era da28 cm), infilate il tutto in un sacchetto di plastica alimentare, soffiateci dentro in modo che si gonfi leggermente, chiudete con un laccio e lasciate lievitare per un'ora.
Toglete la forma dall'involucro e cuocete a 200° fino a quando la superficie non sara marroncina e battendo il pane sul fondo non suonerà vuoto. Lasciate raffreddare su una grata.

martedì, novembre 08, 2005

Incontri a Milano: Cavoletto, Petulante e Ape Piera

I food blogger non si limitano a cucinare e scrivere, ma si incontrano, chiacchierano (tanto) e mangiano...soprattutto!
La cosa che amo di più dei blog e dei forum sono gli incontri in carne e ossa o meglio il fatto che si possa passare da virtuali a reali e che si abbia una voce, un corpo e un'energia da toccare.
In quasi quindici anni di web posso dire che alcune delle mie migliori amicizie siano nate così.

La scorsa settimana in un mezzogiorno molto milanese, grigio inquinamento con sprazzi di sole, ho incontrato Sigrid ovvero
Il cavoletto di Bruxelles da Ape Piera o meglio nel ristorante aperto a Milano da Nicola Cavallaro alias Kitchen Stories...tre food blogger insieme (potevamo essere quattro ma Pepe Rosso ci ha "paccato").
La cronaca proprio su
Pepe Rosso...per me il ricordo di:

una camminata imprevista: non avevo guardato la mappa e non essendo milanese doc...mi sono più o meno persa tra le risate di Sigrid

l'intelligenza e la vivacità di Sigrid: molto molto carina per altro e appassionata sperimentatrice
(molto più di me che da buona italiana apprezzo la cucina tradizionale)


la scorrazzata in cucina: voglio il forno di per i dolci!


il sorriso di Nicola e la sua cucina: un avventura tra i sapori e un piatto di crudi che non dimenticherò facilmente (devo solo sapere il nome del suo "spacciatore" di pesce)



Non ho fatto foto (sigh) del panorama dalle finestre dell'Ape Piera: Naviglio con chiesa di fronte, silenzio quasi incredibile visto il traffico che di solito caratterizza la zona ;)
Non vi descrivo come è stato il resto del pomeriggio in ufficio: quasi quasi chiamavano il tecnico a disincastrarmi il naso dalla tastiera causa sonnite da vinello e pensieri poco lavorativi....

Composta di zucca e vaniglia



Anche questa ricetta la devo a Nic, ma l'ho modificata.
Mi sa che dovrò fare un archivio dedicato solo alla zucca...altro che prezzemolo.
Questa composta può essere conservata per qualche mese a patto di essere messa in vasetti puliti e opportunamente sterilizzati (come per la marmellata). E' pastosa al palato e la quantità di dolcificante va valutata a seconda della dolcezza della zucca e della scelta fra malto e sciroppo d'acero: quest'ultimo è molto dolce quindi dosatelo con oculatezza.
Ha un difetto: dura pochissimo...ne ho fatto fuori un barattolo in meno di tre giorni ;-))

2 tazze di purea di zucca
1/4 di tazza di sciroppo d'acero (1/2 di malto di riso)
1/2 tazza di mandorle
1 stecca di vaniglia
1 stecca di cannella
4 bacche di cardamomo
1 cucchiaino di agar agar

Aprite la stecca di cannella ed estraete i semini neri e allo stesso modo rompete le bacche di cardamomo e estraetene i semi.
Fate bollire per 15 minuti la purea di zucca, aggiungete lo sciroppo d'acero, le spezie e infine l'agar mescolando bene. Aggiungete le mandorle tritate grossolanamente e contiinuate a far bollire per altri 15 minuti.
Versate in barattoli puliti e caldi si conserva una decina di giorni in frigo, altrimenti sterilizzate il tutto come per la marmellata.

venerdì, novembre 04, 2005

Dining with the bloggers - Cenando con i blogger












Cathy di My little kitchen ha dato vita qualche mese fa una interessante tradizione...ovvero quando provare le ricette di altri food-blogger e raccontarlo (con eventuali variazioni). E' un bel sistema per far conoscere blog, per conoscersi e per "cenare insieme".

Io ho di recente ho cenato con Nic di Baking Sheet. Maniaca di biscottini e dolcetti, Nic ha sovente idee geniali come il BBM di cui ho già parlato e la Cooking school in cui fornisce indicazioni e segreti per fare muffin, mousse e torte a regola d'arte.
Certo è macrobiotica come io sono un'esperta di foie gras, ma il suo sito è bellissimo da leggere, le foto non sono fantastiche ma ci si immerge nella vita di una losagelina (abitante di Los Angeles), fatta di pranzi con amici goliardici e amanti della buona cucina...e ricette difficili da sbagliare visto che spiega con estrema generosità anche tutti i suoi trucchi.
Per Natale credo che farò almeno tre tipi dei suoi biscotti per i miei amici "non "macrobiotici che vedono con sospetto qualunque dolce non contenga burro e uova"....mica so cucinare solo macro, lo preferisco e per me è un'abitudine di vita, ma non sono una predicatrice ;-))

La ricetta di Nic però è macrobiotica ed è uno straordinario Hummus di zucca. Devo ammettere di aver fatto hummus con piselli, fagioli e lenticchie e anche carote, ma la zucca non mi era ancora venuta in mente....e visto che è una mia passione, la ricetta è perfetta ed è talmente buona che è sparita a tempo di record. Grazie a Nic ho scoperto che la purè di zucca negli Stati Uniti si trova anche in scatola: da noi no! per fortuna aggiungo io e quindi la zucca va pulita, cotta a vapore fino a quando non è molto morbida, sbucciata e passata al setaccio o in un blender.

2 tazze di purea di zucca
2 cucchiai di tahin
4 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di zucco di limone
1 spicchio di aglio
paprica o cumino
sale

In un blender mettere tutti gli ingrendienti e frullare fino a quando non otterrete un composto molto morbido e liscio. Nel caso la zucca fosse molto asciutta, aumentate la quantità di acqua. Servite con pane pita o crostini.

giovedì, novembre 03, 2005

e poi tortino



Di risotto ne avevo fatto tanto e quindi ecco uno dei piatti dell'infanzia il tortino di riso se fatto al forno o riso al salto se fatto in padella.
L'arte del riciclo in cucina mi piace un sacco, un po' perchè non sempre ho tempo e voglia di elaborare qualcosa di nuovo e un po' perché mi hanno insegnato che non si butta via nulla al massimo si caccia nel congelatore e poi ci si pensa.

Il risotto avanzato può diventare tortino, crocchette, ripieno per le vedure...oggi tortino.
Velocissimo e senza lista ingredienti.
Ho tirato fuori dal frigo il risotto, l'ho allungato con un po' di panna di soia (occhio che sia biologica) in modo da renderlo morbido, l'ho steso in una pirofila ben unta e l'ho cotto in forno a 180° fino a quando non ha fatto una bella crosticina. Lasciato intiepidire, tagliato a quadrotti e servito con erbe amare bollite e ripassate in padella con aglio e peperoncino.

mercoledì, novembre 02, 2005

Prima risotto.....



Tempo di zucche ovunque...la mia stava sul balcone da qualche giorno (al fresco e intere resistono settimane) ed è diventata risotto, vellutata, marmellata e sorprese per i prossimi giorni ;-))

Per il risotto lo ammetto non sono macrobiotica per nulla o meglio non riesco a usare l'integrale o il semi-integrale. Saranno le mie origini padane, l'infanzia passata in cascina tra le risaie e il fatto che in zona ancora si trova quello vero a prezzi non da svenimento (è comunque caro) ma per me il risotto vuol dire carnaroli e basta (al massimo vialone nano). Tiene la cottura, rilascia la giusta quantità di amido e rimane bello lucido.
Questa ricetta è però un mix novarese/svedese. Un mesetto fa ho partecipato al BBM2 e Maria mi aveva spedito dei cantarelli raccolti nei boschi svedesi e seccati.
Ieri ho trovato la ricetta giusta per loro con zucca, birra e rosmarino fritto.
La birra al posto del vino è andata benissimo, un retrogusto leggermente amarognolo adatto al dolce della zucca e nato solo perché il vino bianco era finito ;-))

300 gr di riso carnaroli
150 gr di zucca pulita
25 gr di cantarelli "svedesi"
1/2 litro di brodo vegetale
4 cucchiai di olio extravergine leggero
1 bicchiere di birra
sale
2 cucchiai di aghi di rosmarino
1 cipolla media
Pepe rosa

Mettete in ammollo i funghi in acqua calda per 20 minuti e fate il brodo vegetale con carota, cipolla, porro e le bucce della zucca. Affettate sottile la cipolla e mettetela a soffriggere nell'olio a fuoco basso fino a quando non diventa trasparente. Aggiungete la zucca tagliata a dadini piccolissimi e i funghi. Cuocete per a 5 minuti, poi aggiungete il riso. Fate tostare per bene e poi unite la birra. Fate evaporare e portate a cottura il riso unendo il brodo caldo poco per volta e mescolando ogni tanto, ma non troppo altrimenti il riso rilascia troppo amido. Regolate di sale e lasciate a riposare 5 minuti prima di servire. La tradizione vorrebbe la mantecatura con burro e parmigiano, la macrobiotica no...e poi secondo me coprono il gusto di tutto il resto ;-)
Nel frattempo friggete gli aghi di rosmarino in un cucchiaio di olio fino a quando non diventano leggermente scuri. Servite il risotto decorato con gli aghi di rosmarino e una macinata di pepe rosa.