mercoledì, dicembre 22, 2010

Sani a Natale???? Augurissimi!!!!!



Alla domanda rispondo: "No, mai e poi mai".
A Natale cucino per 2 giorni, per 2 e 1/2 su 4 tra pranzi e cene e mangio e bevo a tutti e anche di più visto che son giorni che partecipo ad aperitivi, aperisotti (aperitivi durante i quali il padrone di casa ti chiede se vuoi anche due cucchiai di risotto al radicchio e scappa in cucina a farlo), feste e affini.

Come tutti gli anni mi incasino le energie con somma gioia e allegria - le basi no carne no latticini rimangono, ma dopo 10 anni anche i parenti più gnucchi vanno in automatico - tanto poi ho tutto il tempo di riequilibrare.
Continuo a trovare assurdo che tutto si concentri in tre giorni, ma invece di perdere tempo a contestare questa cosa, me la godo con la mia famiglia vera e le tante acquisite negli anni.
Natale ormai mi piace proprio per la sua totale mancanza di moderazione e soprattutto amo gli avanzi di Natale.
Amo far colazione con il salmone marinato della vigilia e i panini dolci, spero di pranzare per due giorni con le lasagne alle verdure di mia mamma o gli gnocchi e nasconderò in fondo al balcone le acciughe al verde del mio papà, la stocco mousse e i cioccolatini della cugina.

Se però mi mancheranno gli avanzi e quei velociraptus di mio fratellopiùfiglio e cugina saran arrivati prima di me, la mia colazione di Natale sarà fatta di salmone marinato e di questo burro di carote e cipolle.
Se vi scappa la mano con l'agar, al posto di spalmarlo lo taglierete a fettine sottili.

5 carote grandi
2 cipolle
1 cucchiaio di tahina
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino scarso di agar agar in polvere
sale
brodo vegetale qb

Pulite le carote e le cipolle, tagliatele a pezzetti, mettetele in una casseruola e copritele di brodo vegetale a cui avrete aggiunto la curcuma. Fate cuocere fino a quando non saranno morbidissime, il brodo vegetale si dovrà essere quasi del tutto consumato. Togliete dal fuoco, frullate fino a ottenere un composto liscissimo, unite la tahina e poi l'agar. Rimettete sul fuoco e fate cuocere ancora per cinque minuti mescolando sempre. Aggiustate di sale, trasferite il tutto in una formina leggermente unta e lasciate raffreddare bene.


PS Auguri a tutti!! Che il Natale sia come più piace a voi :)

giovedì, dicembre 02, 2010

Risotto di fine novembre



Oh ma che periodino!

Detesto il mese di novembre, pare non finire più, avere più settimane degli altri e soprattutto ogni anno sempre più incasinate così arrivo a dicembre che invoco le vacanze più dell'acqua nel deserto.
E ogni anno arrivo a dicembre accorgendomi che amo Milano anche perché ha il patrono più intelligente d'italia visto che si festeggia il giorno prima di un'altra festa e posso approfittarne per rifugiarmi in terme transalpine per 4 giorni di acqua calda, massaggi lunghissimi e vapore in mezzo alla neve e agli amici.

Novembre appiattisce anche le mie facoltà mentali e cucino, ma nulla di nuovo e il poco di originale spesso lo realizzo in orari e in giorni caratterizzati o da luce grigia e piovosa (sì, secondo me esiste anche la luce piovosa!) o dalla sola luce elettrica.

L'altro giorno però, complice l'unico giro al mercato del mese, ho conquistato oltre alle zucche anche un meraviglioso crauto rosso. Sarà il grigio delle giornate e della città, ma son in fase colorata non solo nel cibo.
Complice invece un giro in Appennino nel frigo c'era una bella cofana di funghi di bosco profumatissimi e colti e puliti da una zia novantenne.
A questo ho aggiunto solo del fantastico Carnaroli bio del dotto. Rapio reperito dal mio papà.

300 gr di riso Carnaroli
150 gr di cavolo/crauto rosso
150 gr di funghi
1 cipolla
brodo vegetale q.b
2 cucchiai di olio extra vergine
10 nocciole

Affettate cipolla, cavolo e funghi. Soffriggete la cipolla nell'olio fino a quando diventa molto morbida, unite il cavolo a fettine e fatelo stufare per 5/10 minuti.
Unite il riso, tostatelo e poi aggiungete a mestoli il brodo vegetale caldo.
Dopo 10 minuti aggiungete i funghi e portate il tutto a cottura.
Mantecate fuori fuoco con un cucchiaio di olio extra vergine e le nocciole tritate grossolanamente.

lunedì, novembre 15, 2010

A volte capita...


che ti si chiedano delle cose e che ci si ricordi pure di rispondere (oddio se inseguita con pazienza ;)) e che addirittura si approfondisca . Grazie Claudia.


mercoledì, novembre 10, 2010

Metti un finocchio (cremoso) a cena ... Buon appetito, Mister B.
















E dissentiamo! perché forse a furia di ignorare le sue battute meschine e becere gli si dà l'impressione di essere d'accordo.
E non è così.
Vorrei evitare di vivere in un paese dove essere diversi diventi un problema, dove mi si chieda di uniformarmi a un'idea di donna usabile, di uomo fruitore finale e di sessualità da viagra che non condivido e vorrei pure evitare di continuare a pensa che andarmene da qui sia la soluzione migliore.
E vorrei anche evitare che prima o poi anche non mangiare come gli altri diventi un problema :)
La mia è una piccola voce molto petulante, ma per tutta la vita ho sempre pensato di poter e dover fare le cose senza necessariamente aspettare che gli altri la facciano anche loro e non sono sola a pensarla così visto le ricette pubblicate ;). Andate a vederle cliccando sul finocchio qui sotto ... e chi non ha un blog può mettere le sue ricette nei commenti.




Ammetto però che i finocchi non sono la mia verdura preferita e che per non essere razzista con le verdure e con coloro a cui piacciono parecchio, li cucino così.
E' una vecchio ricetta, ma veloce e perfetta quando si ha poca voglia di trafficare in cucina.

2 finocchi
4/5 cucchiai d'acqua
1 cucchiaio d'olio di sesamo
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio abbondante di tahina
sale
Tagliate i finocchi a listarelle e stufateli in una pentola con 1 cucchiaio di olio, un pizzico di sale e un cucchiaio d'acqua. Tostate a secco i pinoli in una padella di ferro o nel forno. Una volta cotti i finocchi, unite i pinoli, la tahina e 3 cucchiai d'acqua in modo da diluire la salsa che in un primo momento sembrerà densissima. Regolate di sale e servite caldi o tiepidi.

Per me invece li cuocio in forno tagliati a listarelle sottilissime e ne uccido il sapore anicioso con una quantità di limone tale da farmi irrigidire i denti per un paio di ore e coprendoli con il pangrattato mischiato a bucce di limone. ;D

martedì, novembre 09, 2010

Metti un finocchio a cena ... Buon appetito, Mister B!

Non partecipo mai ai contest di cucina, ma a questo sì.




L'omofobia così come qualunque forma di razzismo è una delle forme di stupidità e ignoranza (voluta) più profonde che conosca.

Purtroppo un giorno sì e l'altro pure mi capita di vergognarmi di chi ci governa, delle frasi che pronuncia e delle iniziative che prende, del sessismo, del machismo patetico, della mancanza di dignità, del non saper confrontarsi se non a suoni di volgarità, del saper parlare di questioni sociali ma solo di quelle private.
Mi vergogno anche di chi sta sempre zitto o peggio sostiene che tanto si è tutti uguali anche nelle cose peggiori.

Beh dissento ... io son molto molto diversa e son diverse anche tutte le persone che aderiscono a questa iniziativa e che dissentono ogni giorno.
Persone per cui la diversità è un merito, non qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi.

E per dissentire meglio domani mercoledì 10 novembre mettete sul vostro blog questo banner, una ricetta con i finocchi e spiegate perché aderite a questa iniziativa.

Possono aderire tutti: se avete un blog riciclando ricette (come farò io ;D) e presentandone di nuove, se non l'avete commentando o mettendo il link sulle vostre pagine facebook.
Andate a prendervi il banner qui o qui e aderite!

Vi aspetto domani ;)

giovedì, ottobre 21, 2010

Vellutata di zucca, funghi e cipolle al forno


Dieci giorni di vacanza gironzolando per Londra e Parigi, tanta Londra poca Parigi che per i miei gusti è perfetto. Lì tempo godibilissimo da girare in giacchetta godendosi i pub all'aperto sul Tamigi, cibo fantastico, shopping compulsivo e soprattutto tanto tanto relax, qui pioggia e come al solito niente riscaldamento in ufficio grazie al fatto che si son dimenticati di riparare un buco nel muro.

Per fortuna ora c'è il sole, posso uscire a scaldarmi come le lucertole ed è tornato l'autunno con i miei prodotti preferiti e son in parte nella ricetta ;). Le mie manie ormai le conoscete.
La cipolla al forno è una bella botta di energia calda yang, perfetta se si è mangiata tanta roba fredda in estate ed aggiunge una nota speciale a questa vellutata. In forno ho messo anche l'aglio, la crema che se ne ricava è una bomba di sapore e può essere messa in un vasetto in frigo e usata per insaporire le salse (oddio, la si può anche mettere su una fetta di buon pane caldo con un filo d'olio, dipende dalla vostra vita sociale).
Per i funghi ho fatto un mix tra shitake e porcini secchi per avere più profumo.

1 zucca piccola tipo okkaido
2 cipolle biondi grandi
1 tazza di funghi secchi (metà porcini metà shitake)
1 cucchiaino di crema di aglio cotto
brodo vegetale qb
2 cucchiai di olio extra vergine
sale

La zucca la potete cuocere come meglio preferite, ho scelto il forno dato che era già acceso per le cipolle.
Tagliate a pezzi la zucca, eliminate i semi e mettetela in forno a 180° per 30 minuti (lasciate la buccia) o finché non sarà morbida.
Mettete le cipolle e l'aglio in forno con tutta la buccia e cuocete in forno sempre a 180° finché non sentirete che l'interno si è ridotto a una crema.
Mettete a bagno i funghi in acqua calda per 20 minuti. Per gli shitake ricordate di levare i gambi che tendono a rimanere molto duri.
Dopo che tutte le verdure saranno cotte, mettete sul fuoco una pentola, versateci l'olio e fate scaldare con un cucchiaino di pasta d'aglio.
Unite la zucca, a cui avrete tolto la buccia, l'interno delle cipolle e funghi con la loro acqua. Fate cuocere per 20 minuti con del brodo vegetale in modo da amalgamare i sapori poi frullate.
Servite calda con una spolverata di funghi secchi ridotti in polvere o con della noce moscata.

venerdì, ottobre 01, 2010

Un Nastro Rosa intorno al blog



E' stato assurdamente proprio il cancro a farmi conoscere la macrobiotica e il taichi e una parte di me può solo dire grazie.
Conosco però molto bene la paura di perdere chi ami al di là di tutto, l'ansia e il nervosismo delle cure, la gioia nel vedere i risultati positivi e il sorriso di chi, messo il cancro (chiamiamolo con il suo nome, evitiamo l'ipocrisia delle perifrasi, non è un nome a dover fare paura) all'angolo, ancora mi sta accanto con braccia aperte e sorrisi. E ogni giorno pronuncio un grazie gigantesco e quando penso a questo, tutti gli stupidi drammi giornalieri scompaiono in un attimo.
Conosco purtroppo molto bene anche il dramma e il dolore della fine della speranza e della morte.

So quanto faccia la prevenzione, so quanto ignorare un sintomo, nascondere la testa nella sabbia possa portare alla devastazione del rimpianto.

Campagne come quella del Nastro Rosa mirate alla prevenzione dovrebbero non servire più, dovrebbe essere normale per tutti fare controlli e check up tutti gli anni fin da giovani (non è che a vent'anni si è esentati dalle malattie!) e soprattutto imparare ad ascoltare il proprio corpo.
Purtroppo non è così, spesso si rimanda all'anno dopo, si pensa che "noi no!" e allora i Nastri Rosa servono.
Le donne però son più brave, forzatamente ogni mese il nostro corpo ci parla e volenti o nolenti siam costrette ad ascoltarlo e secondo me non è un caso che il cancro al seno sia il tumore con un numero molto alto di casi risolti positivamente in percentuale.

L'attenzione a quel che si mangia ha un ruolo determinante nella prevenzione insieme ai controlli annuali.
Credo ormai nessuno possa pensare che quel che introduciamo nel nostro corpo non abbia degli effetti venifici o benefici.
La medicina orientale, e così la macrobiotica, basano le cure proprio sul cibo e Veronesi è stato il primo medico in Italia a sottolineare il ruolo del cibo sia nel causare i tumori sia nel combatterli, il primo a introdurre i corsi di cucina naturale negli istituti oncologici e il primo a fare piani di prevenzione che comprendessero una rieducazione alimentare.

In ogni caso rinnovare il proprio modo di mangiare e di cucinare, imparare nuove cose è sempre un'iniezione di energia, è usare la propria creatività per farci del bene, per coccolarci, per volerci bene sia quando si sta bene sia durante una malattia.

Senza voler ergermi a insegnante, perché come buon proposito per il mese di ottobre non seguire qualche consiglio "petulante" e vedere come ci si trova?
Non è necessario diventare macrobiotici, questa deve essere una scelta consapevole e legata a uno studio approfondito della materia e di se stessi, ma introdurre dei piatti macrobiotici può solo far bene ;)
Il blog è nato nel 2005, ricette ce ne sono a centinaia e suggerimenti son presenti più o meno in tutte tanto che a volte mi sembra di essere molto ripetitiva.
Esploratelo, usate il menu di destra e non limitatevi alle ricette degli ultimi mesi e scegliete quelle con gli alimenti che conoscete meno e ricordate che cereali integrali, legumi (anche sotto forma di tofu determinante per le donne) e verdure di stagione devono far parte dei nostri pasti ogni giorno.
E magari regalatevi un libro sull'argomento.


martedì, settembre 28, 2010

Merluzzo e patate dolci



Una pausa dalle ricette zuccose.

Il pesce di solito lo riservo per comodità a pranzi e cene fuori casa, ma il merluzzo in tutte le sue varianti dal baccalà al fish&chips anglosassone è trai miei prediletti, stando ben attenta però a quanto, come e cosa consumo.
L'abbinamento con le patate dolci è stato un azzardo riuscito visto che avevo qualche dubbio sui sapori.
Gli anellini rossi che vedete nella foto son peperoncino giapponese che può esser sostituito da quello fresco italiano o eliminato se proprio non piace. La curcuma è invece un riscaldate profondo e dà una nota di colore importante.
Le patate tradizionali sono invece un'alternativa da limitare in quanto creatrici di eccessiva acidità, molto yin, quindi fredde, e di certo poco adatte a questo periodo di buoni propositi per l'avvento della stagione autunnale.
Perfetto se preceduto da un buon minestrone.
Si vede che non vedevo l'ora che la temperatura scendesse per entrare nel mood "zuppe e robine calde"?? ;))

500 gr di filetto di merluzzo fresco
4 patate dolci
1 bicchiere di latte di soia
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaio di olio di sesamo
sale
peperoncino a fettine

Sbucciate, tagliate con la mandolina le patate dolci e disponetele in una pirofila.
Mescolate il bicchiere di latte con l'olio di sesamo, la curcuma e un pizzico di sale.
Versatene metà sulle patate e mettetele in forno caldo a 180° per 20 minuti o fino a quando non saranno morbide.
Tirate fuori dal forno, disponetevi sopra i filetti di merluzzo, il restante latte, il peperoncino e rimettete a cuocere per 10 minuti (appena il pesce cambia colore ... è cotto, niente di peggio del pesce troppo cotto, quindi controllate).
Servite caldo.

giovedì, settembre 16, 2010

Zucca!!!!!!!!



... e anche cavolini (ma quella non è stata una gran furbata visto che siam ancora molto fuori stagione).
La zucca invece è stato un ottimo acquisto, bella grande arancionissa e dolcissima!
A dir il vero troneggia in cucina da dieci giorni, ma il tempo in questo periodo si è ristretto in modo assurdo e sovente mi ritrovo ad agognare una cena al ristorante ;)

Non c'è momento migliore però per predisporsi all'inverno e affrontare il cambio di stagione al meglio. Lo so che è come comprare i maglioni ad agosto, ma se poi ci si ritrova a ottobre con il raffreddore, non è che ci si può lamentare: al corpo va dato il tempo di adattarsi e va aiutato soprattutto se si vive o lavora in città.
Ideale è predisporre una piccola depurazione del fegato, sofferente sempre ai cambi di stagione, e coccolarlo con un piccolo aumento dei cibi dolci (non dei dolci! ;D) come zucca, cipolle, verdure tonde, legumi tondi (ceci, lenticchie...), aggiungere le alghe all'alimentazione quotidiana magari bevendo una tazza di zuppa di miso al giorno. Utile è anche strofinare bene la pelle, che ricordo è un organo non solo una cosa da abbronzare, con una pezzuola sotto la doccia per darle energia.
Se poi fate parte della schiera dei buoni propositi ideale è regalarsi un corso che vi consenta un paio di ore alla settimana di rilassamento (tai chi, yoga etc) .

Tutte cose poco impegnative che si possono fare e per le quali la scusa "non ho tempo" non funziona.

E con la zucca ci si fa un ottimo riso saltato in cui le spezie indiane non piccanti ma riscaldanti danno un tono in più.

200 gr di zucca pulita e a dadini
100 gr di ceci
2 cipolle rosse piccole
250 gr di riso a grana lunga semi integrale
1/2 cucchiaino di curry rosso dolce
1 cucchiaino di curcuma
sale
3 cucchiai di olio di sesamo

In una pentola dal fondo pesante o in ghisa (in questo caso meglio preriscaldarla) scaldate le spezie nell'olio a fuoco basso in modo da estrarne i profumi. Affettate le cipolle e saltate con la zucca e i ceci nell'olio speziato.
A parte cuocete al vapore il riso che avrete precedentemente lavato molto bene sotto l'acqua fredda in modo da eliminare l'eccesso di amido che renderebbe questo riso troppo colloso. A cottura ultimata unitelo alle verdure cotte e saltatelo per qualche minuto sulla fiamma viva.
Aggiustate di sale e servite caldo.

martedì, agosto 24, 2010

Appariziò, spariziò!


Causa inagibilità della cucina, parecchio altro da fare e di conseguenza scarsissima voglia di far qualcosa che riguardi il cibo e che non sia di una semplicità imbarazzante o che possa essere cucinato da altri, son in vacanza forzata da blog.
A volte riesco a combinare qualcosa ma o non so dov'è la macchina fotografica o ci penso dopo che è stato sbranato o mi vien sottratto mentre lo sto fotografando.
Abbiate pazienza!
I pomodorini si son salvati dal delirio generale e visto che è tornato il caldo vanno ancora bene ... del ferragosto con la polenta vogliamo parlare????? vabbè che detesto il caldo ma così è stato troppo persino per me ;DDD.

Pomodorini da svuotadispensa, ma perfetti come antipasto, fingerfood o cibo da schiscetta. Son semplici, si mangiano in un boccone, fan una gran figura e piacciono sempre. Il rischio è quello di doverne preparare un centinaio.
Ne mio caso son addirittura una ricetta materna (modificata ma molto poco, ho la mamma inconsciamente macrobiotica), presente per tutta l'estate durante i pranzi in famiglia o con amici.
A me fan casa almeno quanto gli gnocchi e il riso con le verdure ;)

30 pomodori san marzano piccoli
15 cucchiai di pane grattugiato
5 cucchiai di lievito a scaglie
15 foglie di basilico
2 rametti di rosmarino
4 cucchiai di prezzemolo tritato
2 spicchi di aglio
olio extra vergine qb
sale

Tagliate a metà i pomodori, scavateli e mettete la polpa da parte (la userete per un sugo, non buttatela via!), salateli leggermente e lasciateli capovolti a scolate per una mezzora.
Tritate le erbe e l'aglio e uniteli al pane grattugiato e al lievito. Aggiungete l'olio a filo fino a ottenere un impasto granuloso (potete anche sostituire metà olio con un paio di cucchiai di polpa dei pomodori). Aggiustate di sale e pepe.
Mettete i pomodori su una placca da forno leggermente unta e cuoceteli per 20 minuti in forno a 180°.
Tirateli fuori e riempiteli con l'impasto e rimettete a cuocere per altri 15 minuti.
Si possono mangiare freddi o tiepidi.

Piccolo spazio pubblicità
Di rado mi lascio tentare dalla pubblicità sul blog, ma a questa è stato impossibile dire di no.
Amo il design, soprattutto per gli oggetti da cucina, tanto che posseggo miriadi di ciotole e contenitori delle più diverse fogge.
Gli oggetti di Mebel e in particolare la linea Small Entities son bellissimi, ipercolorati e pieni di contrasti ... utili e pratici, sì anche ;DD
Il vassoietto con i cucchiai da fingerfood è trai miei preferiti, ma ve ne mostrerò altri.

mercoledì, luglio 28, 2010

Bulgur aromatico



Breve pausa dal delirio estivo ... vero che il caldo e l'afa son un po' scemati, ma non è che questo abbia aumentato la voglia di cucinare.
Sarà che pur lavorando ho la testa in ferie e quindi non ho grandi idee, sarà che a me le verdure estive annoiano in breve tempo - rivoglio la zucca e i cavoletti di bruxelles!!!!! - ma mi ritrovo a far vecchie ricette e variazioni delle stesse, oltre a infinite variazioni intorno al basilico, dato che ne coltivo una specie baobab sul davanzale .
Ho persino del melone congelato nel freezer per farne un sorbetto o simile, ma quando arrivo a casa me ne ricordo solo prima di andare a letto: la riprova che la macrobiotica non attiva i neuroni svenuti per la pigrizia ;DDDD

Il bulgur integrale è una buona alternativa al cus cus, un po' più grosso e croccante, può essere tostato prima della cottura in modo da dargli un profumo particolare.
Potete inoltre scegliere se (la proporzione è sempre la stessa, 1 a 2) cuocerlo per assorbimento o usare il sistema tabulé ovvero tostarlo, salarlo, condirlo con un cucchiaio d'olio, coprirlo con l'acqua (a temperatura ambiante) necessaria e lasciarlo in frigo per una notte. Nel secondo modo l'energia sarà molto più yin e quindi più adatta a temperature particolarmente calde e insopportabili.

1 tazza di bulgur integrale
2 tazze d'acqua
150 gr di ceci cotti
2 zucchine
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di olio extra vergine
12 mandorle
8 foglie di basilico
qualche foglia di prezzemolo
2 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
sale

Affettate con una mandolina le zucchine e saltatele in una padella con un filo d'olio e l'aglio.
lavate e asciugate bene tutte le erbe poi trituratele grossolanamente insieme alle mandorle.
Mescolate le verdure, le erbe e i ceci al bulgur che avrete cotto in uno dei due modi suggeriti sopra. Aggiustate di olio e sale e servite tiepido o freddo.

martedì, luglio 13, 2010

Sugo rosso 2 la vendetta



Qui gli shock termici sono all'ordine del giorno, passare dai 18° dell'ufficio ai 35° della piazza può uccidere e devo dire che a mezzogiorno ho sogni di pasta e fagioli fumanti e stufati cotti 6 ore.
L'errore più grande è mettersi una gonna e non portarsi lo scialle. Oggi ho fatto solo il primo. ;D
Credo che il delirio aria condizionata sia la causa maggiore delle cervicali e delle liti furibonde negli uffici di tutta Italia.
Vero che così mi è facilissimo praticare la regola macrobiotica di non eccedere in estate con gli alimenti freddi, va là che i colleghi quasi quasi mi stan facendo un piacere ;DDDD

Il sugo rosso della scorsa ricetta ha il vantaggio (o terribile conseguenza, a seconda di quanto ne avete stivato in frigo) che può essere mangiato così com'è con a fianco del tofu marinato e passato in padella, messo su una bruschetta, aggiunto a una torta salata o dove vi porta la fantasia.
L'altro giorno guardavo delle patate morenti e stavo quasi per piantarle in un vaso quando la mia mente malata ha pensato a un modo per ammazzarne l'eccesso ying e per farne un ottimo piatto da pic nic o da lunchbox.

3 patate
250 gr di tofu seta
sale

Bollite le patate, schiacciatele con il tofu fino a ottenere un bell'impasto sodo e liscio. E' lo stesso procedimento degli gnocchi, quindi non aggiungete il tofu tutto e subito ma piano piano in modo da evitare di rendere troppo molle l'impasto. Salate e mettete in una pirofila ben oliata (o con carta forno così evitate l'aggiunta di grassi). Coprite con il sugo rosso e mettete in forno per 30 minuti.
Si può mangiare tiepido o freddo a fette.

martedì, luglio 06, 2010

Sugo rosso rosso rosso



Dopo i giorni tra mare, cielo cobalto, vento costante e fannullismo totale, il trauma del passaggio costante dai 17° dell'ufficio ai 35° della strada allo svenimento sul divano oltre alla mancata conoscenza del deodorante da parte di molti viaggiatori della metro, mi han messo in un costante stato di coma. Per dirne una: non ho visto la scrivania allagata e coperta di sacchi della spazzatura del mio vicino di banco se non quando ho chiesto al vicino perché si era spostato 3 scrivanie più in là e lui mi ha guardato come se fossi impazzita.

E' quindi ovvio che il sugo rosso rosso rosso l'ho fatto prima di partire per le ferie, quando ancora mi domandavo com'è che eravamo passati dall'inverno all'autunno saltando due stagioni.

Ogni estate faccio modifiche al sugo di pomodoro e questa volta devo dire grazie a un nuovo mercato e a un nuovo (meglio dire alternativo, il vecchio potrebbe disconoscermi e privarmi delle sue fantastiche zucchine con fiore) spacciatore di verdura. Costui mi ha conquistata facendomi assaggiare un melone fantastico e dei datterini e delle vere cipolle di Tropea da svenimento. Comprarne più di un chilo a 3 giorni dalla partenza non è stata un'idea furbissima e quindi ecco dove sono finiti.
Lo ripeto ogni estate: la cottura molto lunga aiuta a dare una nota yang a un prodotto molto yin e acido come i pomodori e se volete mangiarli crudi (senza abusarne quindi non tutti i giorni più volte al giorno!) equilibrateli con cibi e cotture differenti.
La mia variazione ulteriore ma non facile a trovarsi è avere dei peperoni cruschi, peperoni dolci che vengono uniti con un filo e fatti seccare, tipici della Basilicata son fantastici fritti oppure a pezzettini su patate, baccalà e pure nel sugo. Ammetto di non sapere dove si possano trovare, io ho una'artistica e deliziosa spacciatrice privata.

600 gr di datterini
2 cipolle di Tropea
2 spicchi d'aglio
15 pomodori secchi
2 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
sale
peperoni cruschi (opzionali)

Tagliate in 4 i datterini, salateli e metteteli su una placca da forno e cuoceteli a 160° per un'oretta ovvero fino a quando l'acqua che avran buttato fuori non comincerà a caramellarsi.
Nel frattempo affettate la cipolla e l'aglio e i pomodori secchi a pezzetti e fate saltare nell'olio per qualche minuto, unite i pomodori con il loro sughetto e fate cuocere a fuoco bassissimo per almeno un'altra ora fino a quando il tutto non si sarà molto ristretto e i pomodori si saranno caramellati. Prima di servire tagliuzzate mezzo peperone crusco sopra il sugo. Non aggiungerei ulteriore sale o pepe.

Nei prossimi giorni una ricetta alternativa per questo sugo drogante ;)

lunedì, giugno 14, 2010

Polpette ceci tofu


Come ho spesso manifestato, il mio amore per le polpette è infinito.
Sarà una riminiscenza infantile, ma son uno dei miei cibi coccola prediletti e ci son periodi dell'anno in cui potrei mangiare polpette&C un giorno sì e l'altro pure.
Quindi il rischio è che qualunque cosa entra in cucina si trasformi in una polpetta, in un polpettone o in un ripieno per verdure, in più hanno il vantaggio che son veloci da fare, puoi sbizzarrirti parecchio e essendo in gran parte composte da cibi già cotti si può effettuare una cottura rapida rapida in padella (o in forno se già l'avete acceso per qualcos'altro).

In macrobiotica l'estate rappresenta un periodo a rischio o meglio un periodo in cui si tende a valutare meno l'energia del cibo pensando che i cibi freddi (verdura cruda, frutta, gelati etc) equilibrino il caldo esterno: in parte è così, ma l'eccesso o il non mangiare mai nell'arco della giornata qualcosa di caldo (tiepido va là), vuol dire accumulare un eccesso di freddo che poi si sfogherà in autunno con muco e fantastici raffreddori ;)

A rendermi facile la cosa, a me pensano i colleghi che piazzano l'aria condizionata talmente forte che vivo di tè caldo, scialletto o golfino sulle spalle, mani gelate e minestrone caldo fino a settembre ... poi mi vengono i coccoloni quando esco all'aperto, ma meglio non pensarci ;DD


100 gr di ceci cotti
150 gr di tofu
100 gr di zucchine baby
2 cucchiai di pane grattugiato
1 cucchiaino di lievito alimentare
5 foglie di basilico
prezzemolo
sale
1 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva

Soffriggete velocemente le zucchine affettate in mezzo cucchiaio di olio e uno spicchio di aglio. Potete anche metterle da crude se son piccole o limitarvi a sbollentarle per 2 minuti.
Fatele raffreddare poi unite tutti gli ingredienti in un mixer e frullate fino a ottenere un impasto abbastanza solido da farci delle polpette. In caso sia l'impasto sia troppo liquido unite del pan grattato, se troppo solido (le polpette gnucche son un incubo da mensa dell'asilo) unite del tofu.
Formate le polpette e cuocetele o in padella o in forno a 180°.
Ottime tiepide o a temperatura ambiante per il picnic o la schiscetta. Con lo stesso impasto ci si possono riempire delle zucchine.

giovedì, giugno 03, 2010

Asparagi al miso


Le giornate cominciano a farsi calde, ho voglia di vacanze e sonno come un ghiro prima del letargo (funziono al contrario, il freddo mi mette energia e il caldo mi fa venir voglia di abbandonarmi al divano/sdraio per i prossimi due mesi) e dovrò fare l'ennesimo svuotamento di dispensa prima dell'arrivo delle bastarde farfalline.
Gli asparagi al miso nascono sia dal ricordo giapponese di aver provato a Kyoto alcune verdure cotte in questo modo sia dalla serie di manga Oishinbo. Esilarante serie a fumetti, tradotta per fortuna in inglese, che svela buona parte delle meraviglie della cucina giapponese.

Come sempre in questo periodo ila ricetta si contraddistingue per l'estrema facilità. Importante è avere un buon miso bianco non pastorizzato, poco consigliati gli altri perché troppo forti come sapore e coprirebbero completamente il gusto degli asparagi.
La stessa ricetta è ottima con molte altre verdure come le melanzane o le carote novelle.

asparagi
2 cucchiai di miso bianco
1/2 cucchiaino di salsa di soia
1 cucchiaio di olio di sesamo bio
1 cucchiaio di acqua

Pulite gli asparagi e metteteli in una teglia in un solo strato. Mescolate gli ingredienti della salsa e disponetela sugli asparagi, in particolare sulle punte. Coprite la teglia con la stagnola e fate cuocere a 160° per 20/30 minuti a seconda della dimensione degli asparagi (gli ultimi 5 minuti togliete la stagnola). Ottimi caldi e freddi.
Se non avete voglia di accendere il forno, potete anche cuocere gli asparagi in una larga padella, prestando attenzione a tener leggermente più liquida la salsa, a cuocere a coperchio chiuso per i primi 20 minuti e a scoperchiare solo alla fine per addensare la salsa.

lunedì, maggio 24, 2010

Stufato giallissimo!



A parte annegare negli impegni, annego anche nella smemoratezza (avviso...la macrobiotica non migliora le funzioni neuronali se già son lese da anni come le mie ;D) ed è una settimana che dimentico ovunque la scheda della macchina fotografica e quindi niente post!

E ho pure cucinato .... non so quanto questo momento di "quasi" grazia durerà visto che già le temperature son sopra la mia normale tolleranza del caldo.

Lo stufato di seitan in effetti andrebbe meglio in autunno, ma quando l'ho fatto sembrava di starci ancora dentro e quindi meglio proporvelo adesso: per qualche giorno sarete ancora in grado di cuocere qualcosa per più di due ore, poi di certo non vi passerà più per la testa.
Non c'è curry o curcuma dentro ma un giallissimo e spettacolare zafferano di Sardegna in stimmi, ricordo delle scorse vacanze e la cui riserva conto di rimpolpare a breve.

300 gr di seitan tagliato a cubetti
150 gr di ceci già cotti
3 cipollotti
2 cucchiai di anacardi
250 ml di latte di cocco
2 cucchiai di olio di sesamo
10 stimmi di zafferano

Mettete lo zafferano a bagno nel latte di cocco mentre preparate il resto.
Tostate a secco gli anacardi in una pentola di ghisa o comunque dal fondo pesante. Unite l'olio e i cipollotti affettati. Fateli soffriggere fino a quando non diventeranno trasparenti. Unite il seitan, i ceci e fate saltare per qualche minuto. Coprite il tutto con il latte di cocco e lasciate cuocere a fuoco bassissimo (meglio usare un rompi fiamma in ghisa) per almeno un paio d'ore girando ogni tanto.
Servite caldo o tiepido con del riso al vapore.

giovedì, maggio 06, 2010

Un panino alla fine del tunnel


Incomincio a intravedere una fioca lucina alla fine del tunnel di impegni di queste settimane ;) e quindi festeggio con uno anzi due panini!
Non so di quelle/i che dicono no al panino, a me piacciono assai, con ovvia moderazione, scegliendo io gli ingredienti e se possibile facendomi pure il pane ... il che vuol dire farseli e portarseli in ufficio o al picnic o sul divano insieme a un bel bicchiere di succo di mela o a del tè.
L'abbinamento birra o vino (un po' meno) con panino/pizza non è il massimo: eccesso di lieviti e quindi pancia gonfia, bocca amara e fegato che chiede pietà a lungo andare.

Questi son due panini con ingredienti abbastanza yin quindi se in questi giorni ci son 10° lasciate perdere e riservateli a quando il tempo permetterà di mangiare al parco senza l'ombrello e di lasciare a casa il maglioncino di lana.

fette di pane buono buono
1 cucchiaio di senape dolce
2 cucchiai di tahina
3 cucchiai di acqua
tofu (normale, primavera, alle olive etc)
germogli di soia (o quel che volete)

Mescolate tahina, acqua e senape fino a ottenere una salsa non troppo densa.
Voi metteteci quel che vi pare, io avevo del tofu alle olive e dei germogli di soia comprati al bio perché il mio germogliatore ha avuto un incidente - leggasi caduto dal terzo pensile e spiaccicatosi a terra - e sto aspettando di comprarmi quello in coccio (lo so che si può usare anche altro ma son pigra)
Se volete dare al tofu una nota più yang e calda sbollentatelo per 5 minuti, ma con quello alle olive tale operazione non è molto consigliata.
Ho prodotto due panini uno con salsa e tofu e uno con salsa e germogli ma nulla vieta di mischiare il tutto.

martedì, aprile 27, 2010

Udon con salsina e semini



Periodo di pranzi veloci, cene fatte da altri e fughe in ristoranti.
A vantaggio di chi ha poco tempo, non ha voglia e crede che la macrobiotica sia solo per chi sta a casa, non lavora e trascorre le serate a metter a bagno gli azuki. Al di là del fatto che è solo questione di organizzazione, di saper gestire dispensa e freezer ... un po' di macrobiotica sprint ;))

I noodles non mancano mai in dispensa, che siano udon, soba o spaghetti di riso son la salvezza quando giro per la cucina, meglio mi rigiro viste le microbiche dimensioni, non sapendo che fare o che voglio mangiare (stessa scena davanti all'armadio...) e non ho voglia né di pasta né di riso, insomma son in fase rognosa.

Di solito prediligo la soba, ma gli udon si addicono meglio alle salsine cremose e questo li rende anche più facili da mangiare con le bacchette.
Gli udon vengono spesso venduti in pacchetti in cui sono divisi a mazzetti (dose per uno che ha fame normale) o freschi/precotti in pacchetti da dose singola, per le dosi dipende da cosa trovate.

300 gr di udon freschi
2 cucchiai di tahina (o crema di arachidi bio senza zucchero)
2 cucchiai di mirin
mezzo cucchiaino di salsa di soia
2 cucchiai di semi misti (zucca, sesamo...)

Cuocete gli udon e sciacquateli velocemente sotto acqua corrente fredda in modo da eliminare l'amido in eccesso (se non la fate vi ritroverete un ammasso colloso).
Sciogliete la tahina nel mirin, unite la soia e qualche cucchiaino di acqua calda fino a ottenere una crema non troppo densa.
In una padella fate tostare a secco i semini e poi unite gli udon e la salsa facendo saltare per qualche minuto. Se il tutto fosse troppo denso unite poca acqua calda.