martedì, agosto 30, 2005

Parigi molto poco macrobiotica

Ci sono luoghi dove essere macrobiotici o vegani è complicato, senza mettere in discusisone le tradizioni alimentari di un paese. Ho assaggiato di tutto anni fa e la mia scelta non mi impedisce sgarri (pochi) e curiosità, anche se spesso mi limito a libri di cucina o a portami dietro cavie volenterose.
La Germania è sicuramente uno dei paesi più difficili...la Francia non è sicuramente da meno.Qui formaggio, maionese e burro la fanno da padroni una baguette senza maionese o burro è quasi un insulto alla bandiera ;-)



Parigi ha però il vantaggio della città internazionale e di aver una popolazione nord-africana e orientale proveniente dalle ex colonie che ha aperto una miriade di meravigliosi ristoranti in cui provare le meraviglie della cucina punjab, di quella tibetana o marocchina e cinese.

In una Parigi in parte chiusa per ferie con musei in ristrutturazione e lavori nella maggior parte dele piazze, mi sono concessa un te e dolcetti da Mariage Frères in una sala arredata in stile franco-coloniale con camerieri in divisa bianca, spendendo cifre astronomiche ma godendomi una lista di 150 te differenti, un servizio e una competenza rara e impeccabile.



Esaltante è gironzolare da Fouchon e curiosare tra le miriadi di senapi di Maille, entrambi in place Madeleine. Rari, ma fornitissimi i negozi di biologico in cui trovare alghe fresche (la maggior parte delle alghe consumate in Europa sono di provenienza francese), mix di alghe secche e miso biologico.
La città è piena di caffé che offrono colazioni e pranzi a prezzi milanesi con la differenza che prendere un caffè nel dehor può costare il doppio rispetto alla sala interna. io ho preferito i banchetti che offrivano baguette au thon e falafel. Il café della Moschea offre un te alla menta buono in una corte piastrellata, mentre le Jardin des Plantes consente di gironzolare tra alberi secolari (c'è un cedro del Libano del 1840), fiori rari e coloratissimi e mostre fotografiche a cielo aperto. Mi rimane solo il rimpianto di non aver potuto tuffarmi in un secchio di moules.
Di sicuro manca la varietà e la scelta riscontrata a Londra o a New York, ma Parigi è una città che amo alla follia per i suoi sterminati parchi, per i café, per il profumo delle sue vie, per i tetti di ardesia, per l'eleganza naturale delle donne e dei locali...e per la lingua che comprendo e parlo meglio dell'inglese ;-).

Qualche consiglio per chi ci andrà nei prossimi mesi: non perdetevi il Museo Guimet delle arti asiatiche, sterminato e sorprendente, la mostra D-Design al centre Pompidou e il museo des Arts decoratifs accanto al Louvre.

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