lunedì, ottobre 27, 2008

Giap Giap

Il mood giapponese forse è giunto lietamente al termine...vero che ho ancora una busta enorme di cibo accanto alla porta della cucina che non ho ancora messo in dispensa e che due scatole giganti di shopping frenetico giacciono accanto al divano (oltre ai dieci libri sparsi sul tavolo), ma ho superato definitivamente il jet lag, mi sono rassegnata alla comprensione dei dialoghi sul tram e son riuscita a rientrare in un ristorante giap senza pensare "che razza di roba spacciano da queste parti" ;-DDD

Impressioni sul cibo giap e varie

Premessa
: in Giappone si mangia bene tanto quanto in Italia, è sufficiente aver un minimo di apertura mentale e curiosità da non pensare che solo pasta e pane siano cibo per gli dei tanto più che a Tokyo (e persino nelle microcittadine) c'è una tale varietà e quantità di ristoranti che morire di fame è impossibile. ;-) Unica accortezza: si pranza e cena presto, intorno alle 12 e alle 18.30/19 e le cucine chiudono al massino alle 21, nelle grandi città il problema è minore, ma nelle piccole è cosa da tener presente.
Hanno interi palazzi di ristoranti e intendo proprio palazzi: dai 5 ai 10 piani di ristoranti di diverso genere; se non vogliono stranieri (che spesso contestano alghe e consistenze mollicce cosa che li manda in crisi) hanno il menu solo in giapponese senza le figure ;-D
Ho imparato a distinguere i kanji di animali a 4 e 2 zampe e quello dei pesci ... per il resto ho sovente indicato a caso e non me ne sono pentita.



La maggior parte dei ristoranti hanno però menu con le figure o gli esempi in plastica dei piatti piazzati nelle vetrine ... più rari i menu in inglese, ma ci sono anche se a volte non presentano tutti i i piatti perché i giapponesi son convinti (o hanno avuto prova) che alcuni cibi siano poco adatti ai gusti occidentali.
I costi sono più o meno come in Italia con la differenza che a Milano per 10 euro ti danno a malapena un'insalata mentre a Tokyo (e ancor di più fuori Tokyo) ti danno un pasto completo con acqua e té compresi.

Fantastici il cibo da strada - il polpo in polpetta è da svenimento - e i bentobox da viaggio: vengono messi nei ripiani dei supermercati o negozietti delle stazioni la mattina, son freschissimi, con una scelta a dir poco imbarazzante e con porzioni così abbondanti da farti pensare che sui contenitori applichino strane magie ;-)). Si può mangiare in treno o nei parchi ma non sui mezzi pubblici o per strada (molto maleducato, se non in occasioni particolari come i matsuri).



Da provare i ristoranti a monetina e le trattorie livello strada.


Occhio alle cameriere/i dei ristoranti: pochissimi parlano inglese e anche se è chiaro che non capite un'acca continueranno imperterriti a parlarvi con grande enfasi (tipo camerieri italiani con gli stranieri....), utilizzo di mani e sovente si rivolgeranno alla donna per spiegare come servire l'uomo al tavolo. La cameriera di un elegantissimo ristorante di Ueno ha trascorso la serata a spiegarmi disperatamente e con un'enfasi degna del teatro Kabuki come servire e mangiare in modo corretto lo shabu shabu ... è un piatto a base di carne cotta in un brodo leggero che non avrei mangiato nemmeno sotto tortura prova ne era che avevo di fronte qualcosa come 10 piattini del loro sashimi e sushi migliore.
Ogni volta che si avvicinava ero presa dal panico: ignorava bellamente gli uomini al tavolo e continuava a farmi vedere come sgrassare il brodo. Il tutto in un perfetto giapponese, credo! ;-D



Uno dei ricordi più carini è l'unico caso in cui abbiamousato la guida e siamo finiti nel ristorante macrobiotico di Takayama (che la Rough Guide indicava come vegetariano - prova che nessuno è in grado di capire che la macrobiotica non è né vegana né vegetariana) in cui ho mangiato un curry giapponese di verdure e riso spettacolare servita con tempi biblici da una signora che sarà stata tra le prime seguaci di Osawa.

Ho mangiato soba appena fatta, tempura, alghe e verdure che non mi sono preoccupata di comprendere, tofu da svenimento e panini strani pieni zeppi di cetrioli (bleach); ho assaggiato insalatini (la versione giapponese dei nostri sottaceti) in tutti i mercatini,
uova cotte sotto la cenere di un vulcano, pesce di ogni tipo, dolcetti mollicci e gommosi e qualsiasi cosa contenesse azuki castagne; bevuto litri di tè verde freddo in bottiglia e altrettanti litri cado a ogni pasto, tanto miso da diventare un germoglio di soia e parecchia parecchia birra ;-D



Vita dura per vegani e vegetariani...i brodi son spesso a base di pesce (il dashi è tonno in scaglie ed è usato nel 90% dei brodi per noodles e soba) e se non indicato espressamente nessuno si fa problemi a mischiar tofu/pesce e carne.

La cucina italiana non è mancata per nemmeno mezz'ora ;-D

Seguiranno mercati, mercatini, negozi etc.......

19 commenti:

Saretta ha detto...

Interessantissimop davvero Petula!Eppoi sai che apprezzo?L'apertura mentale, sopra ogni cosa.
;)
Saretta

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo in pieno!
E aggiungo: se è vero che "a Milano per 10 euro ti danno a malapena un'insalata mentre a Tokyo ti danno un pasto completo con acqua e té compresi", è vero che in più lo fanno con una cortesia che ti stende!

Anonimo ha detto...

il problema è che ora ti mancherà tantissimo la cucina giapponese!

Anonimo ha detto...

ciao petula,
io bazzico sempre il tuo blog. nonostante abbia seguito un po' il tuo viaggio su Stray in Japan, mi senti mancata lo stesso.
WELCOME BACK e aspetto con impazienza la prossima puntata.
Sary
(treviso)

cobrizo ha detto...

ciao cara.
benritrovata anche qui ;-)
che bello sentir parlar di queste cose. ho appena svuotato la valigia ma ripartirei di nuovo subito! ;-)
un bacio

Gianni ha detto...

La cucina giapponese sarà buona, ma la pizza è sempre la pizza :-)

Donna con Fuso ha detto...

che meraviglia!!!
altre foto altre foto, per favore!!!!

perdona i punti esclamativi, ma questo racconto è davvero strepitoso

e ho fame,
non sai quanto ho invidiato la tua colazione a base di sushi

la frenk ha detto...

Ciao Petula,
aspettavo il racconto del tuo viaggio in Giappone... non so per quale motivo informatico ma non sono mai riuscita a leggere il tuo blog di viaggio... si chiudeva l'applicazione... boh... beh comunque per me, che sto mettendo da parte i soldi per partire per Kyoto forse se tutto va bene il prossimo agosto, le tue parole sono visioni di un mondo che mi seduce. per favore... ancora...
lafrenk

Anonimo ha detto...

un salutino!!

Luisa ha detto...

Che bello leggerti così entusiasta! Sono esperienze bellissime queste. E, sì, concordo con l'apertura mentale, che non è una caratteristica degli italiani, purtroppo, e sulla bontà del cibo da strada (in generale, perchè quello giapponese non lo conosco, ma altrove mi ha sempre entusiasmato).

Raffaella Arnaldi ha detto...

Che meraviglia!

Il tuo blog "mi fa una gran voglia", nonostante la mia scarsa dimestichezza con la macrobiotica. Ho provato a fare il tuo pudding di ceci... ma non è venuto per niente. :-(
Secondo te come mai?
Allora, dopo soli 10 minuti la farina di ceci fatta andare con l'acqua aveva una consistenza morbida, quasi solida. Eppure era sulla fiamma piccola.
Ho infornato con le verdure al curry e dopo 30' ho tirato fuori... un pastone caldo, immangiabile.
Boh?!

ciao!
Raf

Petula ha detto...

saretta...;-))))

sindromedisnoopy...vero, ma selezionando i posti anche a milano la cortesia non è merce così rara.

cobrizo...mi sei mancata!

yogashdaka...bah non saprei, se sto alle pizzerie milanesi: meglio il sushi ;-DDD. amo la cucina italiana, ma continuo a non trovarla superiore a nessun'altra :-) la cucina giap (come quella indiana, thai, etc)che c'è qui è solo il 2% rispetto alla ricchezza locale. è la stessa cosa per l'italia, all'estero si vede solo pizza e spaghetti e quasi nulla del resto.

mimi...hihihihihi ;-D

la frenk...risparmia risparmi ne vale la pena!

lory...:-)

lu...quanto hai ragione! ho visto italiani finire per mangiare solo quello che riconoscevano come simile a quello che mangiavano in italia, che tristezza :-) il cibo da strada era fantastico ;-))

raffaella....spero che la voglia ti rimanga. ;-)
il problema è che non hai seguito la ricetta che diceva di cuocere per 30 minuti (e non per 10) il composto, anche se già appariva morbido. i minuti non erano messi a caso ma perché la farina di ceci altrimenti sarebbe rimasta cruda, come è accaduto a te.

Raffaella Arnaldi ha detto...

Aaah. :-/
E poi il mio fidanzato dice che seguo le ricette troppo alla lettera... uff! Purtroppo sono ancora inesperta e spesso non riescoa giudicare se quel che ho fatto fino a quel punto va bene.
Grazie, ciao!
Raf

Anonimo ha detto...

ciao petula!ben tornata!!seguo molto il tuo blog, e da poco ho deciso di percorrere (con l'orrore dei familiari e amici) la strada della macrobiotica...piccolo problema:non ne so ancora molto, e quindi rischio di imbottirmi di kg e kg di legumi e muffin (li ho fatti i tuoi,e me li porto sempre all'università quando non faccio in tempo a far colazione)...quindi t chiedo 1 cortesia da neomacro disperata:mi diresti uno schemino generico di colazione-pranzo-cena macro, in modo da sapere come comportarmi?so che è una palla farlo, ma te lo chiedo con gli occhioni sbarrati e supplicanti...+
MARY

Petula ha detto...

ciao mary, grassie!
a costo di far spalancar di più i tuoi occhioni...la macrobiotica non è una strada che si prende senza conoscenza o basandosi solo sul mio blog (che son ricette e spunti per far qualche passo in più verso la macrobiotica o il semplice mangiar sano e gustoso). non posso far schemini ma ti consiglio di leggere qualcuno dei libri che son segnalati nel blog e/o nella mia libreria di anobii.
ti assicuro che non è per cattiva volontà, ma rischierei di non essere d'aiuto.
consigli per colazioni/pranzi o cene ce ne sono parecchi e credo che una cosa sia sempre stata chiara nel blog: macrobiotica è varietà, saper compensare e divertirsi con il cibo.
divertiti a conoscere, io purtroppo posso e non voglio essere un bigino o una scorciatoia (sempre troppo pericolose).
un abbraccio

Anonimo ha detto...

mi stai appassionando...

Anonimo ha detto...

no no ma va la... piu che una scorciatoia sei un'ispirazione!e ho gia i libri alla mano, scherzi? vai tranquilla!ehehehheheh! cmq grazie!
mary

Le Vinagre ha detto...

Che bellezza leggere il tuo articolo...sono stata quest'estate in Giappone, un meraviglioso tour di due settimane fra Tokyo, Kyoto, Osaka e dintorni...Tutto ciò che hai scritto l'ho vissuto...le uova della solfatara di fronte al Koya san, le strane cameriere nei locali, i lro sottaceti...io ho fatto anche due notti in un monastero buddhista...voevamo provare veramente tutto ciò che di tradizionale c'è in Giappone...è stato fantastico!!
Abbiamo dormito sul tatami, cenato rigorosamente sul tatami, con cena vegetariana a base di tofu, assistito alla cerimonia buddhista (alle 6 di mattina), girato all'interno del monastero rigorosamente in Kimono (non era permesso altro abbigliamento)...Ci siamo fatti portare in una sala da tè e abbiamo imparato alcuni dei mille segreti della cerimonia del tè giapponese, con tanto di biscottino a base di fagioli dolci giapponesi!!

Grazie per questo post, mi hai fatto rivivere emozioni fantastiche, forse il più bel viaggio...

Vilasini ha detto...

ciao!
volevo invitarti a questa raccolta di ricette:

natalevegan2008.blogspot.com

spero di risentirti presto, magari con una ricetta!!!

saluti affettuosi,
vila