giovedì, dicembre 22, 2011

Cracker di Natale!



E' arrivato il periodo dell'anno che preferisco ... ammetto mi piace il Natale, le lucine, i pranzi in famiglia, le feste con gli amici, i regali e il freddo!
Mi aspettano almeno due giorni di cucina intensiva e di mangiate altrettanto impegnative e non vedo l'ora!

Ho quasi tutto pronto (qualche regalo è ancora in mano alle poste, ma per fortuna le persone a cui sono diretti amano i regali differiti) dato che a settembre ho messo un bel po' di cosine sotto vaso pensando al Natale e nei viaggi ho recuperato molti regali.
Qualcosa però confeziono all'ultimo momento e i cracker son un'idea perfetta sia per il cestino del pane della cena della Vigilia, che, se non erro, dovrebbe essere meno ricca, sia come regalo per gli amici maniaci del bio visto che son fatti con farina integrale, di segale, sesamo, semi di lino ed erbe fresche. Son buonissimi con il salmone e perfetti anche per la colazione.
Si conservano a lungo e possono essere confezionati in sacchettini trasparenti o in scatole di latta. Fanno un grande effetto.

Buon Natale a tutti e, come dico tutti gli anni, godetevela! Per riequilibrare le energie avrete tutto l'anno!

250 gr di farina di segale
250 gr di farina integrale
1 cucchiaino di sale
4 gr di lievito di birra secco (8 di fresco)
1 cucchiaino di semi di sesamo tostati
1 cucchiaino di semi di lino
1 cucchiaio scarso di olio extra vergine
200 gr di acqua tiepida
erbe fresche o secche a scelta (rosmarino, timo, cardamomo, peperoncino)

Impastate tutti gli ingredienti,come per il pane, anche se la consistenza dovrà essere un po' meno morbida, fate una palla e lasciate lievitare fino al raddoppio. Le erbe potete decidere se mischiarle agli ingredienti o metterle solo sulla superficie.
Scaldate il forno a 200 °
Stendete la pasta in fogli sottili aiutandovi con un mattarello o con la tradizionale macchina per la sfoglia messa allo spessore più alto.
Ponetela sulla teglia (più teglie) coperta con la carta forno, spennellate leggermente la superficie con l'olio e distribuitevi sopra le erbe (se non le avete messe nell'impasto) e qualche pezzettino di sale grosso frantumato con un pestello.Potete o pretagliare i cracker con un cutter per la pizza oppure spezzare tutto una volta secco, in questo modo però farete molte più briciole.
Mettete in forno e fate cuocere fino a quando la superficie non comincerà a scurire (15/20 minuti) stando attenti perché passa dal poco cotto al completamente carbonizzato in pochissimo tempo, quindi non andate a far la doccia mentre cuociono i cracker!
Fateli raffreddare nella teglia, spezzateli e poi riponeteli in scatole di latta.


PS I racconti sul Giappone non sono mica finiti....

lunedì, novembre 28, 2011

Impressioni e impermanenza



Il Giappone è per me un grande amore con gli occhi aperti.
Come tutti gli amori della mia vita.
Sarà l'innato cinismo e l'immarcescibile ironia, non ho mai amato qualcuno o qualcosa ad occhi chiusi.
I colpi di fulmine non sono per me, i miei amori son lenti e meditativi e per questo amo per e malgrado i difetti a partire da mia mamma per arrivare alle gatte, al tai chi e alla macrobiotica.

Per il Giappone (e per l'Inghilterra) è la stessa cosa e così quando mi sveglio sul tatami, cammino per un giardino perfetto nell'imperfezione, sento le scale mobili parlarmi oppure sorrido alle spettacolari minigonne delle ragazzine mi si apre il cuore.
È un paese grazioso e severo, con miliardi di sfumature da cogliere con occhio attento viaggio dopo viaggio.
Un paese che non si piange addosso, che si rimbocca le maniche e da ogni tragedia esce con efficienza, orgoglio (difetto e pregio allo stesso tempo) e grazia.

Il viaggio questa volta è stato al sud, da Osaka in giù alla ricerca di un autunno che invece si è rivelato una tarda estate, tranne che in montagna.
Unica tappa obbligata imposta da me son stati tre giorni a Tokyo, la grande città che amo di più dopo Londra e nella quale riesco a non perdermi!

Un viaggio un po' fuori dalle rotte classiche da turisti, grazie a qualcuno che con il giapponese se la cava parecchio bene (... parlare bene inglese in Giappone è del tutto inutile) che ci ha regalato: parecchi aceri verdi
qualche acero con miliardi di sfumature rosse,
la ripidezza assurda delle scale di legno del castello di Hikone
una notte in un monastero a Koyasan, luogo tradizionale del buddismo giapponese
l'assurda pulizia di ogni luogo
l'atletismo dei pensionati
il silenzio di una mattina al cimitero buddista e la meraviglia del Toro-do
la rarità di facce occidentali
la gioia del sincretismo religioso
il casino di Halloween a Osaka
il pop giappo nei posti più incredibili


far colazione e cena nelle stazioni
due notti in un meraviglioso ryokan a Miyajima
lo stupore di vedere spazzare un bosco
la gentilezza complusiva
la bollitura nelle vasche in legno
gli alberi di Natale nelle stazioni
la bellezza dei boschi di Ise
un ristorante di daifu spettacolare e la gentilezza di un amico a Kyoto
tante polpette di polpo (takoyaki)
l'efficienza dei lost&found delle ferrovie
i ragazzetti danzanti di Kobe


la pazienza delle spose in posa
l'esaltazione del silenzio
gli onigiri a colazione
l'altezza dei crisantemi
la demenzialità dei cani nei passeggini e dei negozi per bestiole
le onde infuriate e le ranocchie del tempio di Futami
ritrovare il mio ristorante coreano preferito a Ueno (Tokyo)
l'amore per i viaggi in treno
aver migliorato il risucchio obbligatorio mangiando udon e soba
la giappopazzia del primo (e ultimo credo) ristorante italiano a Tokyo
tante ghiande sia nei boschi sia in valigia


e molto altro ... ma se vi racconto tutto ora come reggerete il fatto che non metto nemmeno una ricetta?
Purtroppo al ritorno dal viaggio son entrata in un tornado di attività che spero si cheterà la prossima settimana e mi darà il tempo di recuperare tutte le foto in raw, di cucinare per bene, fotografare e di fare la lotta con il divano per qualche giorno.

In ogni caso su Stray in Japan trovate altre descrizioni del viaggio!

martedì, novembre 22, 2011

Eccomi!




Son tornata, son tornata!
Scusate l'assenza prolungata, so che mi si dava per scomparsa, ma molto più semplicemente ho pensato bene di staccare per un po', sposarmi e andarmene a gironzolare per il Giappone per la terza volta.
Al ritorno son stata aggredita dal lavoro, dalla pratica, dagli allievi, dalla famiglia, dagli amici, dalle gatte e infine dalla tecnologia che ha deciso di ribellarsi in massa (cellulare, pc e satellite mi han mandata a stendere ...).



In Giappone fuori dai normali percorsi mi son goduta la bolgia delle città, le architetture strabilianti, i silenzi dei monasteri, i colori dell'autunno, un caldo micidiale fuori stagione, cibo godurioso e soprattutto l'effetto gaijin (straniero) in un paese che fa della gentilezza la normalità.

Sto facendo ordine in testa, nel pc e tra le foto e quindi a brevissimo ci saran ricette nuove e qualche racconto.
Per qualche anticipazione andate su Stray in Japan.

lunedì, settembre 19, 2011

Il pesto che non c'era




Quiz: se stai per tante ore a 15° con indosso solo una magliettina (perché mica ti han avvisato) ed esci che ce ne son 40° dopo quanto tempo ti abbatterai sulla tastiera tossendo e sputacchiando germi?

Per tutta l'estate ho più o meno resistito al superlavoro e agli sbalzi di temperatura, poi ho ceduto!
Peccato che fossi in una situazione da 38° dentro e 38° fuori, erano credo trent'anni che non mi prendevo la febbre in estate e ho scoperto che è un'esperienza da non ripetere.

Finite le lamentele, posso dire che è iniziato il mio periodo "canning" ovvero "cerco di metter sottovetro qualunque cosa" e questo ha giustificato un giro delirante e divertentissimo all'ortomercato di Milano da quale son uscita con chili di verdura di ogni genere, trasformati in queste cose qui e in altro ancora. E ha anche giustificato un giretto al mercato del pesce, che sta di fronte, e l'acquisto di un chilo abbondante di salicornia.

Se vi state domandando cos'è, pensate a quella specie di alga cicciona che i pescivendoli usano sovente per decorare i banchi ... quella cosa lì è chiamata anche asparago di mare, non è una vera e propria alga ed è buonissimo, oltre a una fonte fresca di sali minerali e vitamine. Ha un sapore abbastanza delicato e può essere mangiata in molti modi.
A me ne piacciono soprattutto due.

Sic simpliciter
Lavata, pulita dalle parti più legnose (, sbollentate per 5 minuti in acqua, niente sale mi raccomando, e servita con un filo d'olio e del succo di limone.


Pesto/salsa da spalmare sul pane
Bollite la salicornia e frullatela con olio, mandorle, aglio, peperoncino e un pugno di mollica di pane (le quantità a gusto). Potete unirla a degli spaghetti oppure usarla come salsa per un pesce bianco o, facendola un po' più densa, spalmarla sul pane.

Se come me ne avete acquistata in abbondanza, potete lavarla per bene, togliere le parti legnose, farla asciugare per un paio di ore, metterla nei sacchettini di plastica e surgelarla.




lunedì, agosto 29, 2011

Zucchine zenzerose




Ricetta veloce del ritorno.
Con oggi finisce la mia pacchia agostana ovvero lo stare in città mentre tutti se ne vanno, parcheggiare ovunque, girare per le vie del centro scoprendo angoli e cortili meravigliosi, lavorare in un quasi totale silenzio, godersi il terrazzo con gli amici che vanno e vengono in continuazione, fare colazione tra le piante, coccolarle e raccoglierne i frutti.
Unico difetto di tutto ciò era ed è (visto che ancora non è tornato) la vacanza prolungata del mio spacciatore di verdura, compensata da qualche regalo di orti amici.
L'orto amico ha regalato zucchine e cipollotti appena colti, di questi però ho utilizzato solo il verde visto che era freschissimo e molto aromatico. E poi ho solo dovuto salvar dal suicidio un rizoma di zenzero.
La ricetta è piccantina e aromatica, perfetta per questo clima meraviglioso, non più caldo e piacevolmente fresco. È così veloce da realizzare che non fa nemmeno sentire il peso del ritorno alle normali abitudini (tipo quella di cucinare tutte le sere!)

5 zucchine medie
3 cipollotti solo parte verde
1 aglio
6 cm di zenzero
1 cucchiaio di olio di sesamo
sale

Tagliate tutte le verdure a fettine sottili. Scaldate nel wok l'olio di sesamo e poi saltateci tutte le verdure per 5/10 minuti in modo da cuocerle ma lasciarle croccanti.
Se vi avanzano potete metterle in un guscio di sfoglia (vegan), passarle in forno per 15 minuti e avere così anche il pasto o la schiscetta del giorno dopo.

lunedì, luglio 18, 2011

Tofu cremoso



Una settimana di vacanza lontana da tutto e mi son dimenticata di tutto comprese le password per entrare nei server aziendali.
Do la colpa al caldo, al lavoro, ma di fatto nonostante la macrobiotica e decenni di tai chi il mio essere Dory non cambia, negli ultimi anni ho cominciato a sostenere di allenarmi per la vecchiaia così gli amici e parenti già abituati al mio normale stato confusionario mi lasceranno tranquilla.

Si sa non amo per nulla l'estate, in questi mesi mi trasferirei volentieri in zone ove la temperatura non sale mai sopra i 24°, si dorme con la copertina e i maglioni di cotone pesante non prendono la muffa nell'armadio e soprattutto non si passa il tempo a litigare coi colleghi per l'eccesso di aria condizionata e a salvare le piante dalle muffe per l'eccesso di umido! ma tant'è ... mi consolo coi piatti dalla cottura minima ma utili per abbassare il livello di calore nel corpo: tofu e peperoncino che con il loro yin/yang son molto utili in giornate come queste.
Fateci caso il peperoncino come lo zenzero vengono usati in paesi dove le temperature sono torride, in parte perché disinfettanti delle vie digestive (se non si esagera altrimenti fan malissimo al tratto intestinale) in parte perché aumentando la sudorazione portano il calore fuori dal corpo.

1 cucchiaio di olio di sesamo
1 cucchiaio e 1/2 di shoyu
1 cucchiaio e 1/2 di acidulato di riso
1 cucchiaio e 1/2 di mirin
acqua calda qb
3 cucchiai di semi misti
1 cucchiaio di pinoli
250 gr di firm tofu
una spolverata di ichimi tōgarashi o peperoncino nostrano

Frullate i semi misti,i pinoli e unite piano piano lo shoyu, il mirin e l'acidulato di riso fino a ottenere una pappetta non troppo liquida. Aggiustate di sale se necessario. Mettete sotto un peso il tofu in modo che perda l'acqua di vegetazione e poi tagliatelo a cubetti. Saltatelo nel wok con l'olio di semi e poi unite a cucchiai metà della salsa, fate cuocere per 5/10 minuti aggiungendo acqua caldo quando si addensa troppo. Spolverate con l'ichimi o il peperoncino e servite con il resto della salsa a parte. Con la stessa ricetta potete cucinare il tempeh.

giovedì, giugno 23, 2011

Zuppa time!


Capitano periodi in cui il tempo mi par scorrere al doppio della velocità, mi ritrovo a far cinque cose insieme lasciandone sempre quattro indietro, mi perdo i giorni della settimana (è da martedì che son convinta che sia venerdì), mi ritrovo con un gatta dal veterinario meditando sul fatto che non so dove sia finita l'altra e via di seguito ... e allora

STOP!
ZUPPA TIME!

e possono anche esserci 40° tanto quando cuoce me ne sto in balcone a zappettare e poi me la mangio appena tiepida con tanti bei crostini.

Questa è la zuppa della nanna, calma gli animi più frenetici: la lattuga è un sedativo naturale, rinfrescante e depurativa da cruda, si può mangiare anche cotta ed è ideale soprattutto a cena e quando avanza della lattuga o comincia a intristirsi nel frigo.
Per accentuare il carattere sedativo della zuppa e dar una nota leggermente limonosa ho aggiunto della melissa fresca (il green mood dà ottimi prodotti) che però potete sostituire con il prezzemolo e una spruzzata di limone fresco.

1 cipolla
3 patate dolci
1 lattuga
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
1 cucchiaio di miso bianco
una manciata di melissa fresca (opzionale)
acqua qb
succo di limone qb

Affettate la cipolla la cipolla e fatela stufare nell'olio, unitele patate pelate e tagliate a cubetti e coprite il tutto con acqua a cui avrete aggiunto metà del miso. Fate cuocere per un'ora poi unite la lattuga tagliata grossolanamente e la melissa. Proseguite la cottura per una decina di minuti, poi frullate il tutto fino a ottenere un composto bello liscio. Unite il resto del miso, una spruzzata di succo di limone e servite calda o appena tiepida con tanti crostini di pane integrale.

giovedì, giugno 09, 2011

Di alghe, Giappone e Referendum




In questi giorni passo 10 minuti ogni sera e mattina a svuotare i sottovasi! Ecco a me piace la pioggia ma è ora di piantarla, voglio piazzarmi sul terrazzo o su un prato a prendere il sole e non togliere il fango dalle scarpe!!!
Per fortuna grazie all'ortolano di fiducia ogni sabato riempio casa di cipolle di Tropea piene di sole, di cespi di insalata enormi e di zucchine minuscole e molto saporite.

E mi consolo della pioggia con i colori delle verdure italiane e il forte sapore di un nuovo paté di alghe giapponesi, venuto fuori dalla necessità di far pulizia in dispensa e frigo, ma decisamente ottimo e per i palati più coraggiosi fantastico la mattina su una cracotte di riso per una bella iniezione di sali minerali e vitamine.

Ricordo che non tutto il Giappone è stato colpito dalla catastrofe nucleare, quindi bando alle paure inutili e compratele nei negozi ad hoc in tutta sicurezza. Ovvio che invece sarebbe meglio ricordarsi il Giappone per un'offerta alla Croce Rossa Giapponese (non quella italiana mi raccomando) visto che le persone senza casa grazie allo tsunami hanno ancora bisogno di aiuto.

E proprio per questo ANDATE A VOTARE DOMENICA E LUNEDÌ!!!!!!!!!!
Se i giapponesi hanno avuto problemi a gestire un'emergenza nucleare potete immaginare cosa accadrebbe in Italia?


20 gr di dulse
20 gr di arame
8 cetrolini piccoli
10 capperi
2 cucchiai di olio di sesamo
acqua qb
3 cucchiai di pinoli
1 cucchiaio di erba cipollina fresca
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di acidulato di riso (o aceto di mele)

Mettete le alghe a bagno per un paio di ore, poi scolatele e mettetele in una pentola coperte di acqua con la soia e l'acidulato di riso. Cuocete fino ad assorbimento di tutto il liquido.
Nel frattempo tostate i pinoli.
In un frullatore mettete tutti gli ingredienti (esclusa l'erba cipollina) e frullate fino a ottenere una salsa densa, unendo poca acqua se necessario.
In ultimo aggiungete l'erba cipollina tagliuzzata finemente e servite con verdure o sul pane.

mercoledì, maggio 11, 2011

Green mood parte tre






"Se vuoi divertirti per un'ora ubriacati, se vuoi essere felice per una settimana trovati un uomo, se vuoi essere serena per tutta la vita datti al giardinaggio" (cit)

Non è quindi un caso che per anni sia stata l'incubo di tutte le mie piante. Ho visto cactus gettarsi letteralmente dal davanzale pur di sfuggire al mio amore a corrente alternata.

Poi ho scoperto che non era questione di pollice nero, ma di piante giuste per me, di un minimo di costanza e di un paio di consigli giusti. E il mio dna contadino andava e va d'accordo con tutto ciò che si mangia (o comunque dà frutti...), bulbi, piante grasse e rampicanti, mentre arranca con le le classiche piante d'appartamento.

Non sono necessari balconi o giardini e nemmeno spese pazze: un davanzale minuscolo può diventare una mini serra e dare grandissime soddisfazioni e si possono far miracoli anche con le piante comprate al supermercato.


Se son riuscita io a passare da un obitorio botanico a un terrazzo con tanto di rubinetto apposito per innaffiare, ad avere almeno un piccolo davanzale verde e profumato ci possono riuscire più o meno tutti.
Ormai le mie mattine son un momento zen di eliminazione di foglioline e fiori secchi e di recente son amata da una camelia, le mie notti profumano di gelsomino, metterò via lavanda per i cassetti e adotterò orchidee per l'inverno.

Senza esagerazioni ... volete mettere l'innegabile vantaggio di usare erbe aromatiche proprie o la soddisfazione di servire agli amici un'insalatina fatta da voi in tutti i sensi?
E poi si scopre un mondo fatto di serre, mercati di fiori, persone appassionate, riviste, libri e parecchio shopping online!

Piante estive per pollici neri

basilico
timo
maggiorana
insalata

Minima attrezzatura:

- terra generica
- vasetti / barattoli della marmellata o dello yogurth
- palline di argilla
- innaffiatoio
- paletta o cucchiaio
- semi per insalata da taglio
- guanti usa e getta

La vostra convinzione di avere il pollice nero nasce dal fatto di aver ucciso persino le piantine del super? Sbagliato! Le piantine del super son seminate in numero eccessivo in vasi piccoli con terra di scarsa qualità perché così si sviluppano prima, ma van sempre rinvasate.
Quindi comprate le vostre piantine, mettete un giornale sul pavimento e tenete a portata di mano tutti gli altri ingredienti (!).


Togliete dal vaso brutto e di plastica le piantine e liberate le radici dalla terra vecchia: il timo e la maggiorana son piante uniche di solito e quindi dovrete solo scuotere le radici, il basilico invece è composto da tantissime piccole piante messe a dimora tutte insieme e quindi dovrete dividere piantina da piantina con delicatezza.
Nei nuovi vasi mettete uno strato di argilla (serve a drenare meglio l'acqua) e poi terra fino a 3 dita dal bordo, fate un buco e mettete a dimora la nuova pianta, ricalzate la terra intorno e innaffiate.

Le aromatiche di norma amano il sole ma non troppo e diretto e andranno innaffiate tutti i giorni in estate: infilate un dito nella terra se è umida va bene, se è fradicia smettetela di annegarle, se è secca provvedete.

Per l'insalatina: riempite di terra un barattolo fino a due dita dal bordo, fate delle righe sulla terra con una matita e all'interno metteteci i semini (non tutta la bustina, lì ci son semi per una coltivazione estensiva), coprite con uno strato leggero di terra e innaffiate con estrema delicatezza. Anche qui sole e innaffiature ogni due giorni a seconda del caldo ed è una di quelle coltivazioni che si possono fare anche in inverno, ma ne riparleremo.
Se avete paura di far danni coi semi, vendono anche dei feltrini con i semi già inseriti, a giusta distanza e con le istruzioni.


Ultimo consiglio!

Due libri per chi prima o durante ama informarsi:

L. Maklouf Smalto rossetto e pollice verde - consigli pratici a prova di sterminatore di morte vegetale
J. Wong - Grown your own drugs - per chiunque voglia coltivare qualcosa di più delle solite aromatiche e farci pure qualcosa.

giovedì, aprile 28, 2011

Green mood seconda parte (seguirà terza)


Visto che mi è stato impedito di dipingere le pareti di casa di verde (già ne ho qualcuna turchese, arancio e azzurro svedese) riempio di verde tutto il resto e vi ammorberò con i miei consigli verdi.
Son posseduta dal demone dell'orticultrice!!!

Ne ho già parlato, da sempre gran soddisfazione mi dà coltivar i germogli.
Se avete sempre ucciso ogni pianta della vostra vita, se pensate di avere il pollice nero, se non sapete distinguere un cactus da un olmo, i germogli fan per voi.
Son facili, crescono al buio, non han bisogno di cure e son buoni, ricchissimi in vitamine e sali minerali, ideali in primavera, perfetti nelle insalate o nei panini o da sgranocchiare durante la giornata.

Avete bisogno di:

barattolo di vetro imboccatura larga
quadrato di cotone o lino
elastico
germogli

Per iniziare e regolarvi con la quantità, la prima volta mettete un cucchiaio di semi nel barattolo, sciacquateli, poi sommergeteli di acqua e lasciateli a bagno per una notte.
La mattina scolate l'acqua, coprite il barattolo con la stoffa (cotone o lino) e fermate con l'elastico e mettete al buio. Già il primo giorno avrete la soddisfazione di vedere i germoglietti far capolino dai semi.
Due volte al giorno (tipo sera e mattina) dovete sciacquare i germogli usando la stoffa come filtro.
Di solito dopo quattro, max cinque, giorni son pronti. Devono essere chiari e senza parti verdi.
Prima di consumarli potete toglier la buccina del seme, ma non è necessario e per me è una noia mostruosa.

Amo soprattutto i germogli di:

soia, siam nella norma, ma meglio coltivarseli che comprarli al super
crescione, belli piccantini, nei panini son una bomba
fagiolo mungo, simile alla soia solo con un po' più di carattere
trifoglio, dolce, solo una menata all'inizio perché è minuscolo
riso integrale, così smaltisco le riserve
lenticchia, dolce e molto proteico
alfa alfa, i più ricchi in vitamine e proteine

Le buste di semi si trovano in tutti i garden center e nei negozi bio, però provate con i cereali o i legumi, che avete in dispensa e che con il caldo rischiano di far da casa alle farfalline ... importante è che siano integrali e bio.
È un sistema di coltivazione molto risparmioso (i semi costano poco, ma, come detto sopra, non è nemmeno così necessario comprarli) ed ecologico visto che si riciclano i barattoli e gli avanzi di stoffe (anche le vecchie camicie van bene). Il mio fantastico germogliatore lo scorso autunno decise di suicidarsi gettandosi da uno scaffale e non penso minimamente di sostituirlo perché non voglio l'ennesimo oggetto in giro per casa.
Se avete bambini è un gioco bellissimo e il modo più facile per insegnar loro come crescono le piante.
L'orticultrice fashion può anche comprarsi in rete il germogliatore in coccio (quelli di plastica son quasi tutti bruttini), bellissimo da vedere, ideale perché mantiene l'umidità e riciclabile in porta oggetti nei momenti di pausa coltivazioni.

venerdì, aprile 22, 2011

... and more!!



Sopportatemi! Durante l'anno passo il periodo zucca, cavoletti, erbette e quello degli asparagi.
Di norma preferisco l'asparagina o gli asparagi selvatici, che son più piccoli, meno legnosi e saporiti degli asparagi tradizionali, ma non ho limiti.
Ora il mio frigo contiene limoni e 3 mazzi di asparagina e cicorietto che per il picnic di pasqua è ideale. Per ora vi beccate l'ennesima ricetta con asparagi.

Senza esagerare come me, gli asparagi son perfetti in primavera perché depurativi, ricchi di sali minerali e vitamine e poco calorici, a patto di non ucciderli con la maionese o con il burro. Se volete farli al vapore (non bolliteli, perdono quasi tutti i sali minerali!) potete fare una salsina con tofu morbido e senape per accompagnarli.

Questa volta invece li ho un pochino macrobioticizzati dando a tutti gli ingredienti tempi diversi di cottura così da avere nello stesso piatto energie diverse.

10 asparagi
200 gr di tofu
1 cipollotto
2 cucchiai di olio di sesamo scuro
1/2 cucchiaio di miso bianco
1/2 cucchiaino di shichimi togarashi (misto spezie giapponesi opzionale)

Pulite gli asparagi e affettatene i gambi a tocchetti molto piccoli, tenendo da parte le punte. Affettate tutto il cipollotto compresa la parte verde e tagliate a cubettini il tofu. Miscelate olio di sesamo, miso e un pochino di acqua tiepida. Scaldate il wok, unite la miscela di olio e miso e saltatevi per alcuni minuti i gambi degli asparagi, la parte bianca del cipollotto e il tofu. Quando i gambi cominciano a intenerirsi unite le punte degli asparagi e continuate a cuocere. Per ultimo unite la parte verde del cipollotto e il misto spezie giapponese.
Si può servire come contorno oppure potete unire del riso integrale già cotto e farne un piatto unico.

mercoledì, aprile 13, 2011

Green mood




Con i colori vado a periodi, arancione, rosso, bianco, nero, mai il blu e il giallo che detesto e che mi stanno malissimo! In questo periodo tutto per me è verde, azzurro intenso o ciclamino.
Per il cibo l'azzurro o il ciclamino non sono molto riproducibili, mentre il verde è perfetto ... e poi è tempo di asparagi.

Ecco forse comprarne 4 mazzi è stata un'esagerazione! Ma è una delle verdure che amo alla follia, li ho scoperti tardi nella vita condizionata dal fatto che la verdura lessa mi fa senso e che a casa si mangiavano soprattutto così e coperti di maionese o uova. La prima volta che li ho assaggiati appena scottati con olio e pepe, me ne sono innamorata.
Così sto cucinando asparagi un giorno sì e l'altro pure e con gli avanzi polpette o risotto.

E voi vi beccate le sempiterne polpette.
Prima o poi farò un pdf solo di varianti sulle polpette.

una tazza di riso integrale già cotto
dieci asparagi cotti (anche solo i gambi e le punte le tenete per una pasta)
10 mandorle
1 cucchiaio di lievito in scaglie
1 cipollotto fresco
sale
pepe
1 cucchiaino di timo fresco

salsa di accompagnamento:
2 cucchiai di tahina
1 cucchiaio di acidulato di umeboshi
acqua qb

Frullate insieme tutti gli ingredienti per le polpette fino a ottenere un impasto morbido e che sta insieme, se fosse troppo liquido aggiungete dei fiocchi d'avena o del pane grattugiato e se invece fosse troppo duro del latte di soia. Cuocetele in padella con un filo d'olio.
Unite in una ciotola tahina, acidulato e acqua e mescolate con energia (la tahina all'inizio non assorbe volentieri i liquidi e va convinta) fino a ottenere una crema fluida.


giovedì, aprile 07, 2011

Scusate l'assenza ...




... ero in vacanza ;)

Dopo un anno splendido, pieno di nuove cose, case, persone, passioni e cambiamenti, ma senza pause, ho voluto staccare per un mese.
Avevo bisogno di aria nuova, di sgranchire le ossa, di ricaricare le batterie e ho pensato che niente era di meglio di andar in vacanza in primavera.


Periodo di rinnovamento per eccellenza e quindi perfetto per cambiare aria e vedere cieli diversi.
Ho gironzolato senza meta tra Francia, Devon, Cornovaglia e Sud del Galles, godendomi un tempo incredibilmente caldo (caldo per gli inglesi, che girano in canotta e fanno il bagno in mare quando noi mettiamo la sciarpina) e senza pioggia.

Ho visto luoghi da lasciar senza fiato, le vallate della Terra di Mezzo, spiagge solitarie e lunghissime, le case bianche di Elisabeth e Darcy, sale da tè minuscole con omini in livrea, ho camminato costeggiando il mare, contendendomi il sentiero con pecore e mucche, non ho visto umani per chilometri, ho dormito in romantici B&B e mi son goduta fish&chips e ettolitri di sidro arrampicata sui banconi dei pub (le mie dimensioni gli inglesi non le prevedono ;D).


Ora son tornata, mi siete mancate/i.

venerdì, febbraio 18, 2011

Le cipolle confortanti


Il cibo coccola è di rado opera mia, dato che nella mia testa se cerco conforto o coccole devono essere coccole al 100% quindi non devo sfacchinare io.

Ho così educato famiglia e amici a far cibo coccola adatto a me e queste cipolle son una cosa per cui Due consigli: usate le cipolle di Tropea o le rosse, diventano dolcissime durante la lunga cottura, e mangiatele il giorno dopo oppure fatele la mattina per la sera, così i sapori si amalgameranno perfettamente.

10 cipolle rosse o di Tropea piccole oppure 5 grandi
2 acciughe sott'olio
1 spicchio di aglio
3/4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
3 cucchiaini di timo o prezzemolo fresco
5 cucchiai di pane grattugiato
pepe/peperoncino (opzionale)

Pelate le cipolle e se son piccine mettetele in una pirofila leggermente unta con la punta all'insù e con le dita o un coltello forzate un pochino tra gli strati in modo da aprirle per farci entrare il ripieno; se son grandi invece tagliatele a metà e disponetele nella pirofila con la metà tagliata all'insù.
A parte frullate prima il pane grattugiato con le erbe e l'aglio e poi l'olio con le acciughe.
Prendete l'impasto di pane e mettetelo tra gli strati delle cipolle e poi sopra versate l'olio acciugoso usando un cucchiaino.
Se state pensando "ma perché far prima la Petula non mischia l'impasto di pane con l'olio?" perché alla Petula la roba untissima non piace molto e il pane tende a essere un assorbi olio incredibile.
Non aggiungete sale, le acciughe lo sostituiranno.
Mettete in forno a 160°/180° per un'ora o almeno fino a quando le cipolle non saranno morbide. Per evitare che il ripieno si bruci potete coprire per i primi 30 minuti la pirofila con la carta stagnola.
Son buone anche fredde.

giovedì, febbraio 17, 2011

AUGURI!

Non c'entrano nulla o quasi con la macrobiotica, ma mi fan ridere almeno dieci volte al giorno!
Le mie padrone:

Gatta senza nome, mio grande amore felino da quasi 17 anni, sorda come una campanella, vera sopravvissuta, appiccicosa come la colla, urlatrice folle, dispensatrice di coccole a ciclo continuo, amante del seitan e del cibo altrui.



Guendalina, 14 anni, carogna nell'animo, cubica con sederotto da collina emiliana (da dove viene e da dove viene chi l'ha così definita), arrampicatrice con discesa laterale, reincarnazione di una nonna, ladra di cibo.


AUGURI nel giorno del gatto!!!

Per tutti quelli a due zampe:
- non comprate animali, in adozione si trovan persino i criceti
- se state per buttare coperte o simili portatele ai canili e gattili,
- fate un pensierino sul non prender un cucciolo, ma un gatto adulto che magari ha perso i suoi padroni e rischia di viver il resto della vita in gabbietta
- se siete di Milano fatevi un giro da Mondo Gatto
- se proprio non potete portarvi a casa nessuno, fate una piccola donazione.

mercoledì, febbraio 09, 2011

La scoperta dell'acqua calda



Non amo bere acqua fredda, o acqua cruda come la definiscono nella medicina cinese, da sempree credo che siano più dieci anni che la riservo (con le bolle) solo alle cene fuori o alle estati caldissime.
Le motivazioni son due: la roba fredda non mi mai molto piaciuta e molto banalmente l'apparato digerente per lavorare e star bene deve stare al caldo, se ci infilate roba gelate i processi hanno un rallentamento e il corpo deve impegnarsi a portare tutto di nuovo alla giusta temperatura (mentre potrebbe passare il tempo a far cose più utili ;))

In ufficio son dotata di sala ristoro, fornelli e di una bella collezione di tazze termiche, che mi consentono di non continuare a far su e giù per l'open space alla ricerca della mia dose di roba calda.
La mia passione invernale (ed estiva visto che qui aria condizionata e/o mancanza di riscaldamento ti fan vivere in un'unica stagione), oltre al tè, è il mio thermos a fiorellini da mezzo litro.
Vien con me un po' ovunque dall'ufficio, alla pratica, ai treni e vien ogni mattina riempito con:

acqua calda + 2 cm di zenzero fresco, pelato e tagliato in due (ottimo per i polmoni, per il raffreddore o il mal di gola, buon antibiotico naturale a basso costo)
acqua calda + 1 cucchiaino di succo di limone (ottimo per il fegato)
acqua calda + zenzero fresco + limone
acqua calda + prugna umeboshi (ottimo integratore di sali minerali, dissetante e depurativo/regolatore dell'intestino)
metà acqua calda e metà succo di mela + un cucchiaio di succo di limone (ottimo per vincere il freddo e la voglia di dolce)

Il tutto rimane in infusione per almeno due ore e bevuto con calma durante la giornata.
Le tisane le riservo alla sera prima di andare a dormire, così mi garantisco una buona digestione (e anche una levatina notturna insieme alle gatte)

Unico difetto: la mia borsa è ormai quella di Mary Poppins e ha il peso specifico del piombo (ho visto uomini tentare di sollevarla e abbandonare l'impresa).

mercoledì, gennaio 26, 2011

El pastiss



Son in periodo di riciclo e pulizia dispensa.
Visto che ora possiedo una vera dispensa stile Nigella (okkei dentro c'è pure la lavatrice, ma per il resto è cibo!), posso finalmente vedere senza uso della scaletta quello che ho e ho troppo.
Quindi niente spesa, se non il freschissimo - leggasi se hai le zucche in balcone da novembre prima si fa fuori la scorta poi si compra altro - per almeno 15 giorni.
Tra le cose che compro ogni volta che vado al mercato son, a parte il riso (4 kg a vista), le lenticchie, non so perché ma vivo nell'ansia di rimanere senza e l'altro giorno ne ho contati 6 pacchettini diversi e 4 qualità diverse. Quindi lenticchie a gogò prima che ci pensino le camole.

A questo aggiungo il fatto che son in periodo morbido, ovvero prediligo i cibi morbidi e coccolosi causa freddo barbino e pessima abitudine a girare non abbigliata all'uopo.
Questo piatto è coccolosissimo e fa felici i bambini, visto che mio nipote se ne è sbafato un bel piatto.
L'ho fatto sia con le patate normali (che uso poco in quanto solanacea molto yin quindi poco adatta al freddo) sia con le patate dolci ed è perfetto per il riciclo di puré o patate bollite avanzati.

100 gr di lenticchie di Castelluccio
3 patate (normali o dolci) cotte
1 tazza di latte vegetale
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
2 cucchiai di lievito in scaglie
1 cucchiaio di pan grattato
sale
pepe

Sciacquate bene e cuocete le lenticchie come d'abitudine, ma state attenti a non renderle brodose. A parte scaldate l'olio con lo spicchio d'aglio e il rametto di rosmarino e unitelo alle lenticchie una volta cotte.
Schiacciate le patate con una forchetta o con lo schiaccia patate, unite il lievito, il latte vegetale fino a ottenere un composto non troppo fluido e aggiustate di sale e pepe.
In una teglia leggermente unta fate un primo strato di patate, un secondo di lenticchie e così via fino a esaurimento ingredienti chiudendo però con le patate.
Cospargete il tutto con il pangrattato (a cui si può unire ancora del lievito se piace) e mettete in forno sotto il grill fino a quando non diventa dorato.
Occhio perché ha l'effetto "pomodorino fantozziano" fuori tiepido dentro 1000°.

martedì, gennaio 18, 2011

Torta bordeaux



Nebbia!!!!!
Lo so piace a me e a pochi altri malati di mente, però stamattina quando mi son accorta che anche con gli occhiali non vedevo il balcone della casa di fronte e che c'era l'odor di nebbiona il mio umore ha fatto un balzo di 5 metri.
La nebbia rende romantica perfino la periferia di Milano e crea situazioni di socialità particolari, un po' alla Stephen King, visto che ieri sera mi son ritrovata a far compagnia per un pezzetto a una signora a cui non piaceva per nulla l'idea di fare la strada da sola (mi ha selezionata fra quelli che uscivano dalla metro e, di certo, se fossi stata un uomo non mi avrebbe rivolto la parola ;D).

Quindi un bel colore indosso (per gli americani color orchidea per me ciclamino) e una torta bordeaux son ideali per sollevare l'umore di chi invece la nebbia la detesta proprio.
Unico difetto: vi ritroverete con le mani e le unghie violette dopo aver pelato e tagliato le verdure.

5 cipolle rosse
2 cespi di radicchio rosso tondo
1 cucchiaio di sciroppo d'acero
1 cucchiaio di aceto rosso
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
15 mandorle
sale
pepe bianco
1 confezione di pasta sfoglia vegan

Pelate e affettate le cipolle, poi mettetele in una casseruola con l'olio, l'aceto, lo sciroppo d'acero e un pizzico di sale. Cuocetele a fiamma molto bassa e coperte fino a quando non avranno raggiunto la consistenza di una marmellata (unite un paio di cucchiai di acqua se vedete che si asciuga troppo)e solo a questo punto unite il radicchio affettato sottile. Cuocete per altri 5 minuti, spegnete e fate raffreddare.
Stendete la sfoglia nella teglia, bucherellatela e fatela cuocere in bianco per 10 minuti in forno a 180°.
Ponete il composto di cipolle e radicchio sulla sfoglia e cospargete di mandorle e rimettete in forno per 15 minuti.
Buonissima appena tiepida o fredda.

lunedì, gennaio 10, 2011

Cozy 2011



BUON ANNO!!!!!

In ritardo ma va sempre bene ;)
Mi son goduta un inizio molto lento e tranquillo - se escludiamo le levatacce alle 6.30 perché le gatte non cambiano orario e rompono in duetto - tanto da aver rimandato tutto di una settimana dal parrucchiere ai saldi fino al pagamento del bollo auto e da aver dato al mio sedere la forma del divano.
Uno dei miei due buoni propositi è proprio quello di prendermela con calma e godermi la pigrizia, coccolarmi con amici, cibo, pratica e lana.
L'altro è quello di colorare la mia vita ogni giorno, con un cappello, un maglione, un cibo, uno smalto (ecco quello solo sui piedi però), una collana ed evitare in una città grigia di sembrare dello stesso colore dei palazzi.
Questo vuol dire anche fregarmene di diete detox, nuovi corsi, nuove passioni etc, tanto mi bastano quelle che ho e tanto so già che qualcosa in corso d'anno mi colpirà, ma mi rifiuto di andarmelo a cercare ;D

L'inizio è stato promettente, vediamo se riesco a essere costante.

La zuppa di oggi è quindi colorata e decisamente coccolosa.

Passato di lenticchie rosse, carote e avena

1 tazza di lenticchie rosse
2 carote
1 scalogno
1/2 tazza di fiocchi d'avena
1 cucchiaio d'olio
lievito in scaglie (opzionale)
brodo vegetale
pepe bianco

Affettate lo scalogno e fatelo stufare con l'olio e un pizzico di sale in una pentola dal fondo pesante. Unite le lenticchie ben sciacquate e le carote a pezzetti. Coprite tutto con il brodo vegetale e aggiungete i fiocchi d'avena. Fate cuocere per almeno un'ora unendo altro brodo nel caso si asciugasse troppo. Frullate il tutto fino a ottenere minestra dalla consistenza molto morbida e abbastanza densa. Servite con una spolverata di pepe bianco e di lievito in scaglie, a vostro gusto.


E voi buoni propositi o saggiamente nessuno?