Cibo e ricette in versione macrobiotica, forse. Perché la macrobiotica non è noiosa o cibo per pennuti...
lunedì, dicembre 12, 2005
Le puntarelle
Di rado in inverno mangio qualcosa di crudo: le insalate mi piacciono poco (sarà all'allergia ai bar milanesi ;-)) e l'eccesso di yin e freddo lo riservo ai sushi e ai crudi d'autore di certi ristoranti.
Le puntarelle sono però una passione smodata che fino a qualche anno fa dovevo limitare alle mie discese lavorative nella zona laziale (come per altro la cicoria ripassata e i pomodori al riso: buoni e straunti, slurp)...sabato però il verduriere, chiamandole friarielli, me le ha messe sotto il naso e non mi sono trattenuta.
Scoprirò anche come sono da cotte, ma questa volta mi sono limitata a seguire la ricetta di un amico romano.
Il nome esatto è catalogna spigata e si presenta all'esterno come la catalogna normale, ma tolte le prime foglie si scoprono all'esterno tante spighe cicciotte.
La rottura vera sta nella pulizia e nel taglio.
Le spighe vanno staccate una a una, lavate e tagliate dal fondo fino a quando non si vedra un buco all'interno; vanno poi tagliate a lamelle sottili per il lungo e messe in acqua ghiacciata per 30 minuti almeno. Questo farà arricciare le puntarelle e toglierà loro il sapore amarognolo.
1 catalogna spigata
2 acciughe sotto sale
1/2 spicchio d'aglio
3 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di olio
pepe
Asciugate per bene le puntarelle e mettetele in una grande insalatiera. La ricetta originale dice di pestare in un mortaio l'aglio e le acciughe fino a ottenerne una pasta marbida, aggiungere l'aceto balsamico, l'olio a filo e una macinata di pepe fresco. Io invece ho dato una nota macrobiotica al piatto aggiungendo un'energia yang con la cottura del condimento: cuocete l'aglio in forno con la buccia fino a quando non sia ridotto in purè (basterà spremere la buccia ;-)); a parte scaldate a fuoco bassisimo in un pentolino l'olio con le acciughe fino a quando non si siano disfatte e poi aggiungete l'aglio ridotto in purè, l'aceto balsamico e il pepe. Togliete da fuoco, condite le puntarelle e lasciatele a insaporire per almeno due ore. C'è chi le piazza in frigo...a me venivano i brividi solo a pensarci ;-))
Ciao Petula,
RispondiEliminaio le adoro anche cotte al vapore o scottate in poca acqua bollente con un filo di buon extravergine...Sara' che mi piace il gusto amaro!
Recentemente invece ho scoperto la "minestra" una sorta di incrocio tra la cima di rapa e le erbette che mi hanno detto essere originario di Napoli. Cucinata con ceci o fagioli in umido e' davvero buona.
slurp! proverò!
RispondiEliminaPetula
RispondiEliminaguarda che al mercato del sabato di Via Fouche' ci sono quasi sempre. Un' alternativa all' aglio è fare marinare per una decina di giorni le acciughe con il trartufo bianco. Effetto travolgente e nessun problema con le fidanzate !
Ehi!! Che curioso!! ho la stessissima ciotola!! uguale!!! comprata a parigi in un negozio arabo vicino alla moschée..!!!
RispondiEliminaIMHO l'aceto balsamico è inutile basta del buon e normalissimo aceto di vino. Il pepe se piace ma anche no.
RispondiEliminaSaluti L.
Salve ! Io le affetto sottili sottili con lo scalogno , olive taggiasche , capperi piccoli , aglio e una punta di peperoncino rosso... Le faccio saltare in padella .. e alla fine una leggera spolverata di grana ... DIVINEEEEE
RispondiEliminaMentre mi accingo (nonostante l'ora) a mangiarne, ti ringrazio per avermi tolto il dubbio su che razza di verdura in fondo fossero. Saluti a te!
RispondiEliminaIo le ho assaggiate a Roma presso la taverna romana vicino ai fori imperiali, crude e condite con limone e acciuga... squisite!
RispondiEliminail mese prossimo torno a roma x un weekend e non vedo l'ora di ri-gustarle
ciao
fra
http://lapiccolacasa.blogspot.it
Non mi puoi fare questo , non mi puoi mettere il balsamico sulle puntarelle , poi io piango , la puntarella in pesto d'alici chiama a voce grande l'aceto , quello vero, ruspante, di vino ( o divino) .
RispondiEliminaPurtroppo qualche trattoria romana ha cominciato anche a servire le puntarelle col limone ... anatema su voi popolo di falsi ristoratori !!
Un bacio , Piggi.
OH Piggi!!!!!! NON LO FARO' MAI PIU'.
RispondiEliminahai perfettamente ragione, son io che sono rovinata dall'eccesso di balsamico (vero però) che gira per casa negli ultimi due anni.
però con il limone no, non mi sognerei mai di farlo....
baci baci
Non avevo mai sentito parlare delle Puntarelle, poi le ho lette nel menu di San Silvestro e Google mi ha portato da te.
RispondiEliminaAdesso ho l'acquolina in bocca...
petulante ma anche imprecisione sovrana.........la verdura da usare è la cicoria di cui esistono due varietà, catalogna o galatina e puntarelle. le puntarelle alla romana sono rigorosamente crude con acciughe, aglio aceto olio, tutto pestato in mortaio o ciotola, si versano le puntarelle arricciate e si lasciano insaporire un pò prima di servire.
RispondiEliminaciao ciao... io invece faccio saltellare nel wok un po' d aglio,olio extra vergine buono,un filettino d'acciuga e poi faccio rimbalzare un po' le puntarelle tagliuzzate...sale e pepe macinati et voila' !!
RispondiEliminacon questo metodo la consistenza delle puntarelle crude e croccanti rimane intatta mentre il calore sprigiona i profumi del condimento.
L'Anonimo che parla di imprecisione è davvero una eminenza in materia: "puntarelle" è un nome locale, la verdura si chiama catalogna spigata, come giustamente indicato da Petula!
RispondiEliminaCiao Petula e grazie per i suggerimenti da una tua vecchia fan.